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Su WhatsApp non usate il punto alla fine (se non state litigando)

Su WhatsApp non usate il punto alla fine (se non state litigando)
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L’altro giorno mia figlia mi ha mandato un messaggio WhatsApp informandomi dei suoi programmi serali. “Bello.” ho risposto. Poi l’ho riletto e ho notato che c’era qualcosa che non andava. Il punto. Dopo “bello” avevo aggiunto un punto. Come si fa in italiano quando una frase finisce. Epperò rileggendolo, quel punto aveva un’aria ostile, era lì a dirle che la conversazione finiva lì. Era come “il passo e chiudo” dei radiotrasmettitori di una volta. Quel semplice punto rendeva o poteva rendere il commento “bello” addirittura sarcastico e quindi aggressivo. Ci manca solo una incomprensione di questo tipo con i figli adolescenti. L’ho tolto. Molto meglio.
Poi mi sono imbattuto in un articolo del
New York Times intitolato “non mettere più il punto alla fine della frase quando mandi un messaggio a un giovane”. Perché? Spiega l’autore: perché non c’è bisogno del punto a indicare che una frase è finita alla fine del messaggio, è evidente; e se nonostante ciò decidi di mettere un punto, in maniera formale, è come se volessi stabilire una distanza e in certi casi addirittura litigare. Come quando improvvisamente chiami i tuoi figli con il nome tutto intero, senza diminutivi o vezzeggiativi. Quando sei arrabbiato. Può un semplice punto creare tutto questo? Sì perché i messaggi su WhatsApp seguono altre regole di grammatica e di sintassi, spesso sono come dei vocali anche quando sono scritti, infatti i ragazzi storpiano le lettere per fare prima. E non solo: loro usano le emoticon per dare il vero senso delle parole. Un buongiorno seguito da un sorriso è una cosa, senza è un saluto gelido.
In tutto ciò il punto cambia significato ma non sparisce, come accaduto qualche anno fa al punto e virgola. Resiste. Ma se non siete arrabbiati va usato con cautela. Punto.