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Gli hacker e il ministero: abbiamo il diritto di sapere

Il ministro Cingolani
Il ministro Cingolani (ansa)
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Da due giorni un sito del governo italiano è irraggiungibile. Ma non si sa perché né quando tornerà online. Si tratta del sito del ministero della Transizione ecologica, il Mite. Lo stesso ministro Roberto Cingolani aveva avvisato che c’erano problemi, non in un'occasione formale, ma parlando di altro, nel corso di un programma radiofonico: "Mentre vi parlo - ha detto Cingolani il 6 aprile - abbiamo minacce esterne rilevate sulla rete informatica del ministero e per prudenza abbiamo dovuto sospendere il funzionamento di tutti i sistemi informatici del ministero”. Tutto, comprese le mail.

Quali minacce esterne? Criminali informatici che cercano solo di fare qualche soldo sequestrando il sito fino a quando non viene pagato un riscatto? O magari hacker russi, interessati a danneggiare l’Italia e uno dei ministeri chiave in questa fase, quello che si occupa di energia? Non lo sappiamo. Da quando il sito è stato messo offline, non una dichiarazione ufficiale è trapelata dal ministero né dalla neonata agenzia nazionale che si occupa della cybersicurezza, né dalla polizia Postale. Tutti si sono trincerati dietro formule tipo “stiamo lavorando, non abbiamo ancora capito, ci sono indagini in corso”.

Ma un silenzio così prolungato sulla “scena di un delitto” è ingiustificabile e allarmante: abbiamo diritto di sapere che attacco abbiamo subìto (e se è stato davvero un attacco e non invece altro); abbiamo diritto di sapere chi gestisce i sistemi informativi del ministero e se è stato fatto tutto il possibile per prevenire problemi (evidentemente no); abbiamo diritto di sapere se gli attaccanti hanno fatto danni, trafugato documenti rilevanti o indirizzari o altro.

La sicurezza informatica, lo stiamo imparando in questi anni, è una cosa seria, che riguarda noi tutti che usiamo la Rete, e che riguarda ancora di più le istituzioni. La guerra in Ucraina ci sta mostrando ogni giorno quanto siano rilevanti gli attacchi hacker per la sicurezza di un Paese e quanto sia importante difendersi. Però èanche importante la trasparenza. Saper comunicare quello che accade non vuol dire pregiudicare le indagini. Abbiamo il diritto di sapere e abbiamo il dovere di occuparci seriamente di questi temi.