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Palazzo Te, nuove facciate. E Miró attira visitatori

Concluso un restauro “a regola d’arte” che salva dal degrado e non snatura

di M.Antonietta Filippini
2 minuti di lettura

Un inverno felice per Palazzo Te che prelude al disgelo: in questi giorni la villa dei piaceri di Federico Gonzaga si è tolta velature e ponteggi, mostrando un restauro delle facciate esterne fatto a “regola d’arte”. Il sindaco Sodano, con gli assessori Cavarocchi, Dall’Aglio e Segala, il segretario generale Vareschi, il dirigente dei lavori pubblici Carmine Mastromarino e il direttore del museo Stefano Benetti, ha fatto un sopralluogo e reso noto il bilancio: 450mila euro, di cui 225 dalle Regge dei Gonzaga (Fondazione Cariplo), 190mila dalla regione e 35mila del Comune.

Vale la pena di guardare le facciate e ricordare come erano prima, con mattoni a nudo, macchie di muffe, muschi, intonaco scrostato. Oggi è tutto a posto, ma soprattutto palazzo Te sembra ancora palazzo Te, costruito da Giulio Romano nel 1525, e non un villotto simil-rinascimento come purtroppo appaiono a volte monumenti autentici dopo “salutari” imbiancate.

A Mantova per fortuna il rispetto dell’antico è diventata un’arte. I lavori erano iniziati sul fronte ovest l’11 agosto scorso, dopo il montaggio dei ponteggi, e si sono conclusi il 12 dicembre, così come quelli del fronte nord, iniziati il 25 agosto. Unica proroga concessa pioggia o non pioggia: due settimane, termine rispettato.

Il restauro che “non deve apparire” si basa su una grande manualità dei restauratori, che hanno passato spugne e spazzole morbide, nebulizzato acqua, utilizzato prodotti naturali anche per eliminare le muffe, impugnando poi il bisturi per asportare i residui di microrganismi. Dove c’erano distacchi, l’intonaco è stato fissato con iniezioni di malte create apposta. La bravura dei restauratori è consistita poi nello stendere un velo sottilissimo di intonaco in calce naturale, composto da calce pozzolanica, sabbia silicea di fiume, sabbia calcarea e polveri di pietra, sulle superfici che avevano perso lo strato di finitura, ovvero sul bugnato liscio e sulle lesene. Cioè parti caratteristiche del gusto di Giulio Romano. E’ ben comprensibile come un bugnato rifatto male, sparisce. Invece la zoccolatura ha richiesto uno strato più spesso, con prodotti sempre naturali ma resistenti alla risalita dell’umidità tipica di Mantova.

I lavori sono stati eseguiti dalle ditte Cagozzi di Parma sul fronte ovest, Marmiroli di Reggio sul fronte nord, progettista e direttore lavori l’architetto Monica Nascig, coordinatore sicurezza il geometra Dario Steccanella, direttore operativo restauratore Chiara Ceriotti, la storica dell’arte che ha lavorato nella Camera degli Sposi del Ducale. E mentre le Regge provvedevano al restauro delle facciate, il museo completava con l’atrio d’ingresso con la ditta mantovana Billoni&Negri e faceva pulire da polvere e lordure dei piccioni la Loggia di Davide.

Ma un monumento ben tenuto ha bisogno di essere vissuto. E anche questo aspetto sta raccogliendo buoni frutti: il fine settimana, nonostante la nebbiolina e il clima prenatalizio che tiene in genere i turisti a casa, ha contato un buon numero di visitatori: sabato 254 ingressi alla mostra di Miró nelle Fruttiere e domenica 328, per un totale di 572. Negli stessi giorni hanno visitato palazzo Te, dove ci sono il cavallo di Mimmo Paladino e la mostra di fotografie di Gavazzeni Ricordi, sabato in 138 e domenica in 209 (totale 347). I due biglietti sono distinti, 12 euro ciascuno, ma è possibile comprare il combinato a 18 euro. E lo hanno fatto in 78. Un bel risultato se si pensa che lo stesso fine settimana prenatalizio del 2013 (sabato 21 e domenica 22 dicembre) palazzo Te ebbe 98 e 192 visitatori, con un totale di 290 contro 919 (572+347).

La mostra di Mirò dalla sua apertura il 26 novembre ha già fatto 7.172 visitatori, e altri 5.735 hanno voluto visitare palazzo Te, tra loro 973 hanno comprato il biglietto per la doppia visita. In tutto fanno 12.907 visitatori quest’anno contro i 3.504 del 2013 nello stesso periodo.

Ma non va dimenticato Palazzo Ducale che, dopo il boom del ponte dell’Immacolata, in questo week end ha comunque contato 184 ingressi sabato e 224 domenica, 408 in due giorni senza Camera degli Sposi.

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