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La surreale Mantòva vista da Veneri

Nel romanzo “¡Terra e Luna!” la città diventa il centro della creatività mondiale

2 minuti di lettura

Mantova come in un sogno, in cui la piccola città padana diventa centro del mondo per una curiosa ricerca della Neue Tendenzen di Berlino, secondo cui non sono Parigi, Londra o New York i luoghi dove nascono le mode che poi invadono il pianeta. La vera creatività sgorga sulle rive del Mincio. E così un giovane cool hunter, cacciatore di tendenze, da Parigi verrà spedito proprio qui per capire in cosa consista la “velleità di Mantòva”.

È una storia poetica, surreale, divertente quella inventata da Fabio Veneri nel suo ¡Terra e Luna!, che presenterà domenica alle 17 alla libreria Ibs, assieme a Massimiliano Boschini. È il suo primo romanzo dopo libri sulla canzone latino americana - con interviste ad alcuni miti -, sulla creatività nella nostra provincia (Mantova Beat&Bit) e dopo i racconti di Memoria dell'acqua: storie e immaginari per le anime in piena della pianura del Po.

In questo romanzo, che regge la storia con il suo bravo colpo di scena finale, non da classico giallo, ma capace di dare alla storia ritmo dall'inizio alla fine, che poi sarà un nuovo inizio. Fabio Veneri mette a frutto tutte le sue passioni e la sua inconfondibile curiosità-sensibilità priva di pregiudizi. A Mantova ci sono pittori, musicisti, poeti - in numero esagerato rispetto alla popolazione - che il protagonista parigino verrà a conoscere accompagnato dalla guida turistica Oder Garcia Lorca. È una peculiarità locale: tutti hanno in comune un cognome speciale (Picasso, Neruda, Gaudì, Chagall) accanto a un nome tipicamente padano.

Giocando sullo strano caso per cui Mantova un tempo si raddoppiò con una vicina Mantòva riempita da emigrati tutti intellettuali e artisti, Veneri fa conoscere a Boris il parigino una città dove di notte può capitare di andare a pescare il pesce luna, ci sono localini dove si suona il jazz (esiste davvero il circolo Arci Virgilio), si recita a voce alta, si progetta, si inventa.

La città dei grandi monumenti c'è, incombe e rende credibile la velleità, ma troviamo anche la periferia, vissuta come risorsa, la voglia di conoscere il mondo arricchita dal mondo che qui viene calamitato. Anche nelle fotografie, in bianco e nero, che irrompono fra le pagine, e hanno come testo alcune frasi significative del libro, Veneri si è ispirato a Nadja di André Breton. E così descrive la sua Mantova in un modo che non ci risulta troppo strano, ma al quale non avevamo pensato e questo modo ce la fa piacere di più. Veneri dà spazio a quella velleità per cui i mantovani, e non solo i nativi, amano Mantova e la considerano speciale anche quando hanno girato tanti continenti. Non manca, nell'immaginario mondo degli artisti, nemmeno Frida Kahlo, che dà carne al sogno di una donna che ti cambia la vita. Lei lo porta da Mantova giù al Po sulla sponda reggiana e poi a Bologna. È il mondo di Fabio Veneri, che lo scrittore e formatore 40enne ha già cominciato a presentare a Luzzara e Milano.

Maria Antonietta Filippini

Fabio Veneri, ¡TERRA E LUNA!, Rayuela (120 pagine, 15 euro)

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