In evidenza
Sezioni
Magazine
Annunci
Quotidiani GNN
Comuni

La Camera degli sposi raccontata con i fumetti

La storia dell'arte insegnata con metodi non tradizionali

1 minuto di lettura

MANTOVA. La Camera degli sposi a fumetti non dovrebbe scandalizzare né il professor Salvatore Settis né i direttori di lingua teutonica dei musei italiani. Si tratta di una cosa seria, storia dell'arte insegnata con mezzi non tradizionali o, se si vuole, “letteratura disegnata” come diceva Hugo Pratt.

Che sia una cosa ben fatta - il fumetto come “via efficace e diretta” per diffondere la cultura - lo dice anche il presidente della Provincia Alessandro Pastacci nella nota introduttiva. Una cosa seria (l'editore è Sometti) che ci introduce ai misteri della Camera picta. E fare da guida per svelarli non è Corto Maltese ma il professor Rodolfo Signorini in forma di fumetto. La sceneggiatura è di Mariagrazia Scardovelli, i disegni di Giancarlo Malagutti e Antonio Manganaro.

Si comincia all'entrata del castello di San Giorgio dove Signorini accoglie i ragazzi scesi dal pullman. Un ragazzino dice: «E' un professore che ha scritto molti saggi...» e un altro: «Forse lo hai visto in archivio, lì ha trascorso molti anni a leggere gli antichi manoscritti...». Zitti ragazzi!

Entrano nella Camera. Sulla parete Mantegna ha dipinto la famiglia Gonzaga allargata, c'è anche Rubino, il cane prediletto dal marchese Lodovico: nove anni di lavoro, dal 1465 al 1474.

Sono tutti vestiti con eleganza, tranne uno... Chi è? Il marchese Lodovico, ancora in tenuta casalinga, che tiene una lettera tra la mani... Che lettera è? Per saperlo si fa prima a leggere il fumetto che non andando in Archivio di Stato.

Sotto c'è comunque una bella trama dove saltano fuori gli Sforza di Milano. Ma torniamo alla Camera, precisamente all'oculo aperto sul soffitto. «Geniale!» esclama un ragazzo. Ma perché quegli strani personaggi si affacciano alla balaustra? Per saperlo basta leggere il fumetto, che si fa prima che non studiando sull'enciclopedia dell'arte italiana, si fa per dire, dell'Argan.

Ma ecco che tra il fogliame dipinto appare un viso... E' quello di Mantegna, che facendosi l'autoritratto ha firmato la sua opera. Signorini nomina Luciano di Samosata, autore greco del secondo secolo dopo Cristo... Cosa c'entra? La risposta è nel fumetto.

Dall'oculo si affaccia un pavone: è il simbolo della bellezza. La visita è finita. Tutti contenti i ragazzi salgono sul pullman e tornano a casa. «Siate orgogliosi di possedere una così grande opera d'arte e di cultura», esclama il professor Signorini salutandoli. (scud)

I commenti dei lettori