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I Negramaro sono a Mantova: «La rivoluzione parte da qui»

Sei lettori della Gazzetta incontreranno la band salentina venerdì al Palabam. Il 4 novembre il concerto: «Torniamo alla musica per combattere il cinismo» CONCORSO: ecco come incontrare i Negramaro

di Vincenzo Corrado
2 minuti di lettura

MANTOVA. Quello dei Negramaro è un mondo complesso, ricco di sfumature, a volte difficile da interpretare. Ma una via d’uscita c’è: il ritorno alle piccole cose, a cui aggrapparsi per sbrogliare la matassa di un’epoca - quella in cui viviamo - dominata dal cinismo. È partita da questa riflessione l’intervista con Giuliano Sangiorgi, il leader della band salentina che il 4 novembre si esibirà al Palabam per la data zero del nuovo tour “La rivoluzione sta arrivando”. Prima, venerdì, i Negramaro incontreranno sei lettori della . Gazzetta di Mantova, i vincitori di un concorso legato ai ricordi speciali legati alle canzoni della band pugliese.

Sangiorgi, ma questa rivoluzione è davvero vicina? E dove ci porterà?

«Senza retorica, la rivoluzione la dobbiamo fare noi, giorno per giorno. È essenziale ripartire dalle piccole cose, tornare a vivere godendosi davvero ogni giorno. Non credo esistano altre soluzioni per migliorare il clima in cui viviamo, che ultimamente è molto cupo».

E la musica? Sarà la colonna sonora della rivoluzione?

«La musica, come le altre forme d’arte, è fondamentale per cambiare in meglio noi stessi e tutto ciò che ci circonda. Io sono sicuro di essere cambiato grazie ai libri che ho letto e ai film che ho visto. La musica è indispensabile, la sua bellezza ci serve per combattere il cinismo dilagante della nostra epoca. Che poi noi italiani non siamo così: siamo da sempre il popolo dell’accoglienza, e invece...».

E invece?

«Ci siamo lasciati influenzare da un sentire che non è nostro, che viene dal nord Europa. Noi non siamo freddi. Un italiano davanti alla foto di un bambino morto su una spiaggia si scioglie, eppure ci sono tanti personaggi, soprattutto politici, che sembrano indifferenti o anche peggio. Ma sono un bluff: l’Italia è sinonimo di accoglienza, da sempre. Siamo stati migranti anche noi e non abbiamo mai detto no a chi ci chiedeva aiuto».

[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Partecipa al nostro concorso e incontra i Negramaro]]

Veniamo al vostro nuovo tour. Cominciate da Mantova con la data zero.

«La vostra è una città così bella che toglie il fiato, è stato facile decidere di iniziare da qui. Ricordo bene il concerto di quattro anni fa. Sento tanta gente dire che nelle città del nord la sera non c’è niente da fare e che i centri storici sono morti, ma se io abitassi qui uscirei tutte le sere. È anche vero che la socialità ha forme nuove rispetto al passato, ci sono tante situazioni interessanti che però hanno più una dimensione privata. Per assurdo comunichiamo di più, ma passiamo più tempo da soli».

Il vostro nuovo album, che ha lo stesso titolo del tour, è stato accolto alla grande sia dalla critica che dal pubblico. Merito anche di una vostra gita negli Stati Uniti, a Nashville...

«Sì, è stata un’esperienza importante. Abbiamo lavorato con Jacquire King, un produttore straordinario che, per fare qualche nome, ha collaborato con Kings of Leon ed Editors. È una persona straordinaria: aver ricevuto i complimenti da lui per la mia voce è stato fantastico. Siamo molto soddisfatti del nuovo album, lo dico sinceramente. È stato un lavoro lungo, cominciato subito dopo il tour degli stadi e che ci ha portato fino in America, ma partendo dalla nostra Puglia».

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