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Pezzali, prima del concerto incontro con 4 lettori della Gazzetta di Mantova

Il 14 novembre tappa a Mantova per il tour "Astronave Max". Intervista al cantante che prima del concerto avrà un "Meet and greet" con i lettori del nostro giornale

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MANTOVA. “Stessa storia, stesso posto, stesso bar”. Le parole, le conosciamo tutti, sono quelle de Gli anni, l'inno di un'intera generazione cresciuta a pane e 883. Ma sono anche la filosofia di vita di Max Pezzali, sempre allo stesso posto, su un palco, a cantare e a far divertire il pubblico. Sabato atterra a Mantova Astronave Max, ultimo lavoro del cantante pavese, un tour che sta toccando i palazzetti d'Italia. E i fan avranno anche l'occasione di potersi rivolgere di persona a Max, grazie al “meet and greet” organizzato dalla Gazzetta.

Come hai scelto il titolo del tuo ultimo lavoro?”

«Tra i brani c'è Astronave madre, che parla della suggestione data dall'ingresso nei centri commerciali. Sono dei non-luoghi dove il cliente si aliena. Sono un simbolo del nostro tempo, del nostro allontanarci dal reale, spesso isolati e pieni di luci, delle vere astronavi. Poi mi piaceva l'idea di staccarmi un attimo da terra e vedere meglio le cose. Con il passare del tempo le rimetti nella giusta prospettiva».

In questo senso cosa per te ha cambiato il tuo modo di approcciarti al mondo?

«Senza dubbio la paternità, mi ha galvanizzato. Quando nasce un figlio capisci che non ci sei più tu al centro, ma lui. Fino ad allora ti senti più indipendente, puoi prendere e scappare via da un momento all'altro, poi cambia tutto. È l'esperienza d'amore più intensa che si possa provare e la racconto in Niente di grave, nata osservando mio padre giocare con mio figlio. Tre generazioni, me compreso, racchiuse in pochi metri».

A livello di stili nell'album hai spaziato a 360°...

«Sì, si va dal pop al rock, toccando anche il country ne Il treno, che nasce da una vecchia storia americana. Parlo del treno delle occasioni perdute, tutti lo abbiamo avuto almeno una volta».

Con il passare del tempo è cambiato il tuo modo di scrivere canzoni?

«Sono rimasto abbastanza me stesso in questo. Quando ho cominciato serviva uno studio di registrazione attrezzato, oggi potenzialmente potresti fare tutto con un laptop e una tastiera, scrivendo ovunque. Ho attraversato anch'io quel periodo, poi mi sono reso conto che è importante avere momenti e spazi giusti da dedicare alla scrittura, così ho riallestito un vero studio».

E il tuo pubblico com'è cambiato? Avverti meno voglia di lottare da parte dei giovani di oggi?

«I ragazzi di oggi sono molto più adattati al nostro tempo di quanto non lo sia la mia generazione, che ha difficoltà ancora a gestire il passaggio. I giovani non sono spaventati, perché vivono la precarietà come una condizione purtroppo normale. Sono però più individualisti, non so se sia un bene o un male. Non mi piacerebbe essere adolescente oggi».

Sabato sarà la tua terza volta a Mantova. Che ricordi hai del pubblico mantovano?

«Nella scorsa tournèe sono venuto qui per la prima e l'ultima data. Nel primo concerto c'era la paura che qualche meccanismo non andasse, nell'ultimo invece grande relax, misto a un po' di amarezza perchè c'era la consapevolezza che il tour era ormai finito».

Puoi darci qualche anticipazione su cosa vedremo sabato?

«Un giusto mix tra pezzi vecchi e nuovi. Eseguirò 5 tracce del nuovo album, poi spazierò nei miei 23 anni di carriera con i pezzi più celebri. Il palco sarà spettacolare, con enormi schermi a led. E ci sarà davvero l'astronave, un grosso blocco luci che galleggerà sopra le teste del pubblico durante lo show».

MEET AND GREET. Il “meet and greet” con Max Pezzali sarà sabato alle 18.30 al Palabam. Quattro fortunati lettori della Gazzetta potranno trascorrere mezz'ora con il loro idolo, per chiacchiere e foto. Ecco i nomi dei lettori che incontreranno: Matteo Ferrarini, Francesca Gorzoni con il piccolo Giacomo e Gaia Cusini

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