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Campiani, musica per non dimenticare

Da venerdì al via tre progetti a cura del Conservatorio

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MANTOVA. Ragionare su responsabilità e colpa, scelte individuali e collettive durante la Shoah senza retorica, guardando sempre al presente e alle nuove tragedie, con l'emozione di musica e canti che scavano nell'anima: è il senso delle iniziative per la Settimana della Memoria del Conservatorio Campiani insieme al liceo musicale Isabella d'Este presentate ieri in municipio. Il sindaco Mattia Palazzi, infatti, affiancato dal presidente del consiglio comunale Luigi Allegretti e dall'assessore all'istruzione Marianna Pavesi, ha voluto sottolineare l'importanza di questo progetto di produzione culturale e artistica soprattutto per i giovani nella capitale italiana della cultura 2016.

Ed ecco il programma, di tre eventi, presentato dal direttore del Conservatorio Salvatore Spanò, dalla ideatrice e regista Giovanna Maresta, dalla preside del D'Este Daniela Cremonesi e dalla vicepresidente della Provincia e presidente del Conservatorio Francesca Zaltieri. Anzitutto lo spettacolo Una goccia nel mare che propone 37 minuti del processo, nel 1961 a Gerusalemme, ad Eichmann, intervallato da canzoni tradizionali ebraiche, dolcissime. Le intonavano i bambini prima di morire nei lager.

Saranno docenti, allievi ed ex allievi del Campiani e del liceo musicale a esibirsi. Lo spettacolo, molto suggestivo, induce a interrogarsi di fronte alle risposte di Eichmann. «Collaborò a pianificare la soluzione finale e ne garantì una perfetta organizzazione - ha ricordato Allegretti apprezzando la scelta del conservatorio -.Non era il grigio burocrate che voleva apparire». Lo spettacolo “Una goccia nel mare”, dopo l'anteprima di domenica scorsa, andrà in scena per le scuole due volte sabato e domenica mattina, e per la cittadinanza al teatro Bibiena domenica alle 21 (l'ingresso è gratuito, affrettarsi a prenotare: 0376 324636 o con mail comunicazione@conservatoriomantova.com).

Dopo il processo di Norimberga e poi quello di Gerusalemme, si cominciò a parlare di genocidio, non azioni di guerra, ma volontà di cancellare un popolo. Sarà il tema, venerdì alle 10 al liceo D'Este per gli studenti e alle 18 per tutti con ingresso libero, al Conservatorio, di Dal Medz yeghern alla Shoah: le tappe per la definizione del genocidio; lo storico Marcello Floris e il docente di diritto internazionale Gabriele Della Morte, partiranno proprio dai due processi. Quello di Norimberga ai capi nazisti sarà mostrato con il filmato originale restaurato e spiegazioni di Andrea Ranzato. Poi il pianista Federico Genna e il soprano Elena Guerreschi eseguiranno composizioni di Padre Komitas. «Musicista ed etnomusicologo armeno - ha spiegato Giovanna Maresta - scampò al genocidio del suo popolo, ma impazzì per quello a cui aveva assistito».

Giovedì 28 gennaio alle 18 al conservatorio, una lezione-concerto: Il jazz, 'musica degenerata'. Coco Schumann e i jazzisti del campo di Terezin, con allievi ed ex del conservatorio (Tomelleri, Chittolina, La Torre, Cocetti e Gelmetti). Il musicologo Pasquale Morgante svilupperà il discorso sul jazz perseguitato dai nazisti come musica “ribelle e di origine negra”. Il programma, ha commentato Emanuele Colorni, presidente della comunità ebraica, «fa ricordare per agire. E' nello spirito giusto».

 

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