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Mantova. Arci Tom cambia presidente: il saluto di Ferrari

Lascia la guida del circolo dopo 5 anni: «Orgoglioso di aver aiutato i giovani a trovare il loro futuro»

di Enrico Comaschi
2 minuti di lettura

MANTOVA. Cambia, dopo cinque anni, il presidente del circolo Arci Tom, a Mantova il circolo dei giovani per eccellenza. Fondato nel 2005, oggi il Tom ha fra i 2.500 ed i 3.000 soci e rappresenta un punto di riferimento per la musica dal vivo e per corsi che vanno dalle lingue straniere al ballo. Federico Ferrari, 36 anni, si è dimesso alcuni giorni fa e la macchina per il rinnovo si sta attivando, partendo dal direttivo. La notizia delle dimissioni di Ferrari, dimissioni dovute ad una personale necessità di cambiamento, offre lo spunto per dare uno sguardo ad una parte importante della città, quella dei giovani.

«Lascio perché il Tom è un luogo di passaggio, aiuta a fare esperienza - premette Ferrari - Per me è il momento di cedere il passo, serve una rigenerazione: è giusto lasciare a chi ha più forze».

. Che circolo aveva trovato nel 2010?

«Un circolo che aveva bisogno di cambiare. Attraverso la mia esperienza personale nello spettacolo, nel terzo settore e nella cultura abbiamo fatto in modo di incrementare innanzitutto il numero dei cosiddetti soci attivi, cioè i volontari. Perché il Tom è un circolo autogestito. Oggi i soci attivi sono trenta-quaranta, con una media di venticinque anni».

A proposito di progetti di socialità, lei è stato responsabile di Arcifesta, diventato un appuntamento molto importante per l’estate mantovana.

«Abbiamo messo insieme, sulla base di una volontà comune, centoquaranta volontari. E guardi che in città è difficile. La mia soddisfazione è questa: ho guidato ragazzi di vent’anni in un’esperienza che sarà utile al loro futuro».

Torniamo al Tom. Lei è riuscito a farlo diventare un punto nevralgico della città.

«Non è solo un locale per concerti, è un posto dove si fanno tante attività, è un posto da vivere. Per i mantovani e non solo: al Tom abbiamo dato vita a “Viva il live”, momento di confronto nazionale per gli addetti del settore degli spettacoli. Poi, certo, al Tom abbiamo avuto concerti di musicisti di primo piano, da Marc Ribot ai nuovi jazzisti di New York con il Mantova Jazz, da Maz Gazzè ai 99 Posse. Abbiamo ospitato anche uno spettacolo di Ascanio Celestini. Tutto fatto con le nostre forze».

Ha visto molti cambiamenti nei giovani in questi cinque anni?

«Il pubblico è cambiato, il concerto tradizionale è in crisi. Serve un’offerta diversa: se vuoi lavorare con i giovani, devi dare loro quello che vogliono, altrimenti se ne vanno. Il problema, oggi, è che i giovani devono sviluppare il loro spirito critico, devono avere voglia di scoprire cose nuove».

I circoli Arci sono spesso accusati di fare concorrenza sleale ai locali commerciali. Come risponde?

«I circoli Arci non sono bar, sono un’altra cosa. E pagano le tasse. A livello nazionale c’è una convenzione con la Siae, è vero. Ma voglio precisare che vivere un circolo Arci non è come andare al bar: all’Arci si fanno promozione sociale e culturale, il circolo ha una funzione aggregativa. Il circolo è una risposta a chi dice che i giovani mantovani sono indifferenti. Noi lavoriamo perché Mantova diventi una città più aperta».

Come valuta, da questo punto di vista, il fatto che il sindaco Mattia Palazzi, ex presidente dell’Arci, abbia la delega alla cultura?

«Mattia ha una responsabilità grandissima: la delega alla cultura, nell’anno della capitale, è un incarico complesso. Bisogna dare l’abbrivio ad un grande cambiamento individuando i meccanismi giusti. Secondo me va promossa la cultura di tutti i giorni, quella per i mantovani».

Cosa succede, ora, al Tom?

«Si avvia il processo di cambiamento per un nuovo direttivo e, poi, per il nuovo presidente. Auspico che non vadano disperse le energie e che si lavori ancora con il territorio. Ad esempio il quartiere del Tom, a ridosso del rondò del Gatto Bianco, rischia di diventare un’area di degrado. Ecco, bisogna iniziare da lì».

E lei cosa farà?

«Sono soddisfatto di quanto ho fatto al Tom e proseguirò la mia strada nel mondo culturale e dell’associazionismo».

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