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L’artista eclettico a Palazzo Ducale: ecco Patrick Moya

Moz-Art invita il francese alle Cantine di Vincenzo. Appendice a Volta con sculture e performance

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MANTOVA. Una forte attenzione verso l’arte contemporanea è stata fin da subito tra i capisaldi del programma di Peter Assmann, non appena insediato come direttore del polo museale di Palazzo Ducale. E l’arte contemporanea non ha tardato a varcare le porte della Reggia. Il laboratorio delle metamorfosi è infatti la mostra dell’opera di Patrick Moya che Moz-Art (Arte Contemporanea), in collaborazione con il complesso museale Palazzo Ducale di Mantova, inaugurerà venerdì 11 marzo alle 18 nelle Cantine di Vincenzo Gonzaga. La rassegna è curata da Sergio Pajola e Florence Canarelli e si avvale anche del concorso della Galleria Centro Steccata di Parma e della Società per il Palazzo Ducale di Mantova, godendo inoltre del patrocinio del Comune di Volta Mantovana. La mostra resterà aperta fino al 25 aprile.

Appendice a Volta. In contemporanea, l'artista posizionerà nei giardini di Palazzo Gonzaga a Volta Mantovana una rassegna di sculture lignee, e durante la Mostra nazionale dei vini passiti e da meditazione realizzerà delle performance su materiali innovativi, botti di vino, pannelli, tele nei giorni dal 23 al 25 aprile.

Artista pluridimensionale. L'evento ha lo scopo di consentire la più ampia conoscenza possibile del significato del lavoro di Patrick Moya attraverso una sintetica, ma significativa, rassegna di opere e installazioni, alcune inedite e realizzate per l'evento.

Questo percorso permette una profonda riflessione sul significato della relazione dell'artista con i differenti materiali della pittura, dal bidimensionale al tridimensionale, in tutte le estensioni possibili.

Opere e performance. Nelle Cantine verranno esposte opere su tela, sculture, filmati multimediali, maschere e non solo. Nei giorni successivi alla preparazione della mostra, Patrick Moya realizzerà una performance-affresco nelle piazze antistanti il Palazzo Ducale.

Chi è Moya. Performer, scultore e artista digitale, Patrick Moya mischia, miscela e rimixa come un DJ, tutti i media esistenti, vecchi e nuovi, ma rivisita anche il suo lavoro con lo scopo di diventare “creatura che vive nelle sue opere”.

Alla maniera di un alchimista, vuole trasformare, non il piombo in oro, ma “il creatore in creatura”. Questo è l'obiettivo finale del suo lavoro e lo spiega grazie ad una interpretazione molto personale delle teorie di McLuhan. Nel suo laboratorio che non è altro che il suo percorso artistico, dopo aver cercato di rendere immortale il suo nome declinandolo nelle sue opere, ha inventato un autoritratto che gli permette di “vivere nell'arte” . E ha trovato il suo elisir di lunga vita grazie al suo Avatar, tramite il quale spera di sopravvivere nel suo mondo virtuale. Inoltre il suo Moya Land potrebbe simboleggiare la sua Magnus Opus (grande Opera).

Da Troyes alla Costa Azzurra. Nato nel 1955 a Troyes, in Francia, da genitori d'origine spagnola, Patrick Moya ha frequentato l'istituto d'Arte della Villa Arson a Nizza (Costa Azzurra); nel 1999 crea la Pecora Dolly icona delle serate techno “Dolly Party”; nel 2007 Moya erige delle sculture monumentali in acciaio in Asia e affresca una cappella che porta il suo nome, situata nel piccolo villaggio di Clans, nell’entroterra di Nizza.

Moya non ha limiti, vuole essere dappertutto e provare tutto; già dal 1985, utilizza per le sue opere un computer Thomson MO5 per scrivere il suo nome, e rapidamente, realizza delle immagini e dei film in 3D, nei quali reinventa il suo universo.

Second Life. A partire da febbraio 2007 s'installa nella Second Life (SL): su un'isola virtuale che possiede in questo web in 3D. Il creatore é finalmente diventato una creatura che vive nella sua opera come un avatar, chiamandosi Moya Janus, e accoglie i suoi visitatori immergendoli nel suo universo.

Concepita come un’opera d'arte globale, quest’isola é il risultato d'una iniziativa invasiva divenuta immersiva.

A tutt’oggi riconosciuto anche come artista numerico, partecipa al “Rinascimento virtuale”: titolo della prima esposizione d'artisti di Second Life che avvenne nel 2009 nel museo antropologico di Firenze, nel quale una sala intera fu dedicata alla tematica “Civiltà Moya”.

Nel 2011 sui muri del museo d'Arte La Malmaison di Cannes è stato realizzato un affresco di 90 metri di lunghezza e 4 metri di altezza che racconta la sua avventura artistica.

Il Circo di Montecarlo. Ha esposto in gallerie in Corea (Busan), Stati Uniti (Cape Cod), in Italia (Parma, Caserta. Con “live paintings” è stato invece in Arte Fiera in Italia (Padova, Genova, Forlì, Rimini, Parma), in Germania (Colonia), in Portogallo (Cerveira), in Olanda (Utrecht).

Ormai da anni è l'autore delle opere presenti al Circo di Montecarlo. All'inaugurazione dell’11marzo sarà presente l’artista.

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