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Mantova, l’arte contemporanea entra tra le mura di Palazzo Ducale

Il francese Patrick Moya ieri ha realizzato un “corridoio” che conduce alla mostra Assmann: «Primo di una serie di eventi, una bella partenza». Appendice a Volta

Paola Cortese
2 minuti di lettura

MANTOVA. Un “corridoio” en plein air, da piazza Paccagnini a piazza Santa Barbara, allestito con grandi opere che introducono al mondo virtuale di Patrick Moya, invita ad entrare alle Cantine di Vincenzo in palazzo Ducale dove è allestita la mostra-installazione dell'artista francese Il laboratorio delle metamorfosi.

Grandi e piccole opere su tela, sculture, filmati multimediali, maschere dalle più varie fogge, creano un suggestivo percorso nelle antiche sale ipogee delle cantine ducali che avvolgono il visitatore nel pianeta creato ad arte dal performer, scultore e artista digitale che, come un alchimista 2.0, sintetizza con sapienza antico, contemporaneo e futuro nel suo lavoro ammirato ormai in tutto il mondo.

La performance dell'artista francese Patrick Moya

«È la prima mostra del complesso di palazzo Ducale per l’anno in cui Mantova è Capitale italiana della Cultura - dice il direttore Peter Assmann -. Quella di Moya è un’istigazione volontaria che lega due mondi, quello del passato e quello attuale, non è un ego ma tanti che fa muovere i propri Avatar. Questa è la prima di una serie di mostre che andranno in questa direzione di dialogo. Una bella partenza». Venerdì 11 marzo, alle 18, si terrà l'inaugurazione della mostra che aprirà i battenti al pubblico da domani fino al 25 aprile, a cura di Sergio Pajola e Florence Canarelli, organizzata da Moz-Art - arte contemporanea con la collaborazione della Società per Palazzo Ducale i cui volontari consentiranno le aperture grazie alla disponibilità dei propri volontari.

[[(MediaPublishingQueue2014v1) Le metamorfosi di Moya a Palazzo Ducale]]

Una rivisitazione delle opere viste in palazzo Ducale, come un dipinto del Fetti e l’affresco di Mantegna, si possono scoprire tra gli scenari proposti nell’esposizione animata dagli innumerevoli personaggi usciti dalla fantasia e dai pennelli di Moya. L’artista francese ama interagire coi luoghi in cui espone, lo ha fatto ripetutamente. In questa occasione lascerà l’opera “mantovana” in dono a palazzo Ducale mentre non si cimenterà con un affresco per coprire la struttura che sovrasta i reperti archeologici di piazza Sordello destinata ad essere allestita diversamente dal Comune. Moya è artista totale e lo dimostra anche il giubbotto che indossa, decorato con i segni inequivocabili della sua arte, che, prima della presentazione della mostra era stato alla scuola “Redentore” per realizzare un’opera coi bambini che resterà ad arricchire l’edificio.

L’evento-mostra delle Cantine di Vincenzo permetterà di conoscere a fondo il significato del suo lavoro, una profonda riflessione sul significato della relazione dell'artista con i differenti materiali “della pittura”, dal bidimensionale al tridimensionale, in tutte le estensioni possibili. In contemporanea l’artista posizionerà nei giardini di palazzo Gonzaga a Volta Mantovana una rassegna di sculture lignee, e durante la Mostra nazionale dei vini passiti e da meditazione, dal 23 al 25 aprile, realizzerà delle performance su botti di vino, pannelli e tele. La mostra resterà aperta fino al 25 aprile con ingresso libero. Per informazioni: 348 2209887 o 335 6403627 o consultare il sito www.patrickmoyamantova.com.

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