Con Ferretti il teatro barbarico riporta i cavalli al Te
“La Cerimonia del Sè” in scena venerdì 16 e sabato 17 al tramonto e domenica 18 settembre all’alba
di Cristina del PianoMANTOVA. L’atmosfera e i colori di un tramonto o le luci ancora incerte dell’inizio di un nuovo giorno. Nel perimetro di questi due scenari il giardino dell’esedra di Palazzo Te accoglierà il teatro barbarico di Giovanni Lindo Ferretti con “La Cerimonia del sè”della libera Compagnia di uomini, cavalli e montagne. Evento nell’anno di Mantova Capitale ispirato all’antica disciplina equestre, nata - come ha ricordato nella conferenza stampa di presentazione lo stesso Ferretti, storica voce dei Cccp e Pgr - dall’arcaico patto tra uomini e cavalli.
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IL PROGETTO Venerdì 16 e sabato 17 alle 19 e domenica 18 settembre mattina alle 7, il pubblico potrà vivere dunque questa esperienza in grado di proiettare lo spettatore in una dimensione quasi sospesa tra passato, presente e futuro. Tredici cavalli maremmani e appenninici, un mulo, cinque cavalieri. E tra musica, parole e gestualità prenderà vita quella che, in fondo, è una lunga riflessione sulla storia dell’umanità. E Palazzo Te risulta spazio ideale per accogliere questa produzione promossa dal Comune e accolta con entusiasmo da Centro Te e Museo civico. Perché la villa giuliesca è un “luogo mondo” - come ha osservato ieri alla presentazione il presidente del Centro Te, Stefano Baia Curioni - ovvero ha in sé «diversi livelli narrativi che comprendono la dimensione della corte, del potere, della politica, dei sentimenti oltre che dell'architettura e della storia dell’arte». Dunque la narrativa del cavallo, della festa, della guerra e dell’estetica. «Un evento che va letto quasi come un rituale» - ha aggiunto, e che non dimentica il rapporto non artificioso con la natura, celebrata appunto anche a Palazzo Te.
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LA STORIA E con Stefano Benetti, direttore del museo, il salto nel tempo restituisce altre testimonianze di questo legame tra l’area del Tejeto e la cultura del cavallo. Dal periodo bonacolsiano con il Palio, passando a Ludovico II Gonzaga con l’inizio della grande tradizione dell’allevamento dei cavalli, sino al primato assoluto raggiunto con Francesco II. «E ci vuole coraggio e determinazione - ha osservato sorridendo Ferretti - per proporre esperienze nuove. In genere un luogo così bello e così prezioso tende a diventare museale e un po’ asettico. Perché il modo più semplice per mantenere spazi analoghi, è sigillarli in una bolla d’aria dove si parla a bassa voce, si sta in fila e si segue il percorso con l'audioguida. Tutto giusto - ha aggiunto - ma, in realtà, questo è uno dei luoghi che più glorifica la vita dell'uomo. E, se gli uomini non fossero vissuti così a lungo con i cavalli, dubito che sarebbero riusciti ad immaginare una dimensione architettonica come quella di questo palazzo».
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ARTE E NUOVE PRODUZIONI E sull’idea di una villa giuliesca sempre più legata alla vita della città si è espresso il sindaco Mattia Palazzi. «Insieme al Centro e al museo, e a tutte le realtà coinvolte - ha sottolineato - esiste la possibilità di affidare a Palazzo Te, senza nulla togliere alla sua potenza museale, anche un ruolo di produzione culturale, che stimoli il rapporto tra cittadini e luogo d’arte. Nel rispetto di questo bene, l’idea è di offrire al pubblico non solo la possibilità di guardare ma di vivere un’esperienza».
LA RAZA NOSTRA, DE CASA E l’incontro di presentazione del progetto non poteva che svolgersi nella Sala dei Cavalli che, a livello iconografico, celebra la passione dei Gonzaga con gli esemplari più amati dal marchese (come il Morel Favorito). «A Mantova, in questo luogo , l'arte equestre è diventata disciplina umanistica - ha aggiunto Ferretti - superando l'utilizzo del cavallo per fini economici. L’idea stessa di “razza” nasce appunto con la raza nostra, de casa. Parliamo di un principe illuminato che manda i suoi emissari per il mondo per comprare i cavalli piu belli . E su questa passione costruisce in realtà una serie di rapporti diplomatici inserendosi nel gioco delle grandi corti». Il cavallo come potenza fisica e dimensione militare.
PASSATO E PRESENTE Ma “La cerimonia del sè” non celebra i fasti del passato. Anzi, come si diceva, riflette piuttosto sulla storia dell’umanità e sul futuro di questo rapporto. «Oggi il cavallo non viene utilizzato per il lavoro - continua Ferretti - e se ci pensiamo un istante anche l’utilità dell'uomo è sempre più in discussione con la disoccupazione crescente. Ecco, allora, che in scena il pubblico non vedrà una rievocazione storica ma un'evocazione rispetto a un’idea di futuro. Perché siamo convinti che dal punto di vista comportamentale e spirituale il rapporto fra uomini e cavalli sia ancora tutto da definire».
TEATRO BARBARICO Ed eccolo il teatro barbarico inteso come vitale, vero, arcaico. Che recupera radici ma riflette sul futuro. I cavalli che si vedranno al Te non sono arabi o spagnoli solitamente usati negli spettacoli e selezionati per bellezza e sinuosità di movimenti. «Sono i cavalli della nostra tradizione, i maremmani, antichi cavalli da guerra. Usati dagli etruschi, dai romani e ai tempi di Matilde di Canossa. Hanno mantenuto una forte tipologia e ancora oggi, per la maggior parte, nascono e vivono allo stato brado». Cavalli fieri, forti, di grande carattere. «E nel momento in cui questo rapporto sembra non avere quasi più significato - aggiunge Ferretti - “La cerimonia del sè” è un pensiero rivolto al futuro. Perché gli uomini hanno ancora bisogno dei cavalli. Noi mettiamo in scena una cerimonia utilizzando la musica di oggi e quella di ieri, perché tutto ciò che ha avuto a che fare da un punto di vista storico con l’uomo, lo ha avuto anche con i cavalli».
Un teatro barbarico che può apparire anomalo rispetto a quello contemporaneo che, al contrario, è fatto anche di riflettori e tecnologia. «Noi non abbiamo luci e troviamo che quella che ci regala la terra sia meravigliosa, specie nel momento in cui varia, ovvero al tramonto e all’alba. Ed è perfetta per raccontare una storia antica che guarda avanti». Perché, come conclude Ferretti, quando l'uomo è salito a cavallo è successo qualcosa che ha determinato un suo mutamento intellettuale e ha cambiato il suo rapporto con le cose. Il cavallo dà all’uomo fierezza e potenza e in cambio riceve la possibilità di accedere a una dimensione individuale e non di branco, sperimentando una libertà che non esiste in natura. «Questo spettacolo è un insieme di tantissimi pensieri - conclude - quasi una lezione di storia ma anche di filosofia».
ORARI E PREZZI La “Cerimonia del Sè” è scandita dal racconto di una voce narrante e dalle musiche di Ferretti tratte dall’opera equestre “Saga” e dal suo repertorio. Lo spettacolo si terrà venerdì 16 e sabato 17 alle 19 e domenica 18 alle 7. Prezzi intero 20 euro, ridotto 14 euro, ridotto speciale 7 euro. Biglietti on line : www.vivaticket.it/www.centropalazzote.it. Punto vendita: Vivaticket BP Factory e al Te il giorno dello spettacolo (biglietteria: 16 e 17 settembre ore 9-19 e il 18 settembre 5.30-7). Prenotazioni: dalle 9 alle 18 call center 199199111 on line www.vivaticket.it
IN CASO DI MALTEMPO In caso di pioggia debole, si prevede la messinscena dello spettacolo, nel rispetto delle normative di sicurezza. La produzione si riserva di posticipare l’orario di inizio dello spettacolo, prima di annunciarne l’eventuale annullamento. Qualora le condizioni meteo non consentano il regolare svolgimento dello spettacolo, è previsto un recupero della data, che verrà indicato sul sito www.centropalazzote.it. Non è previsto il rimborso del biglietto emesso.
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