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Da Mantova un segnale alle città d’arte

Il convegno: oltre al bilancio di un anno di eventi si parlerà del futuro della cultura in Italia

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MANTOVA. Già 58 relatori hanno aderito alla “due giorni” che sotto il nome di “Città d’Arte 3.0”, con il 59° che si è aggiunto ieri, il presidente Mattarella, che farà compiere all’evento che si svilupperà tra teatro Bibiena e Palazzo Te, un ulteriore salto di qualità. «Quello che vogliamo inviare da Mantova è un segnale sia culturale che politico - spiega il presidente del Centro internazionale di arte e di cultura di Palazzo Te, Stefano Baia Curioni -. Noi lavoriamo per il futuro di Mantova, una città d’arte particolare, con un patrimonio culturale stratificato e diffuso, commisto con la vita quotidiana. Una realtà con la quale si convive e che comporta anche vincoli».

Quella di novembre, allora, sarà un’occasione per tracciare un primo bilancio dell’anno di Mantova Capitale della cultura, cercando anche di capire quale eredità potrà lasciare per il futuro. «Avremo qui i migliori studiosi che in Italia si occupano di politiche culturali - sottolinea Baia Curioni - per vedere quale futuro si possa delineare per le città d’arte al di fuori dei cliché del turismo di massa. Non per demonizzare il turismo, certamente, ma per sfruttarne le opportunità evitandone i problemi».

Venerdì 11 novembre al Bibiena, allora, si partirà da un ragionamento sulle Capitali della Cultura, cercando di individuare uno schema-guida: ne discuteranno lo stesso Baia Curioni, il sindaco Mattia Palazzi, Marco Cammelli, presidente della giuria che ha scelto le Capitali 2016 e 2017, e il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. A seguire, una tavola rotonda discuterà l’importanza dei musei e delle istituzioni per il futuro delle città d’arte, coinvolgendo alcuni tra i direttori nominati lo scorso anno da Franceschini (Peter Assmann per il Ducale, James Bradburne per Brera, Paola Marini per le Gallerie dell’Accademia di Venezia), i direttori dei poli museali toscano, Stefano Casciu, e lombardo, Stefano L’Occaso, i direttori di Federculture, Claudio Bocci, del Muse di Trento, Michele Lanzinger.

Nel pomeriggio di venerdì, una serie di tavole rotonde: sulla regolazione e tutela del patrimonio e del paesaggio tra globalizzazione e localismi, sul ruolo atteso dei festival e dei teatri (con, tra gli altri, Luca Nicolini per Festivaletteratura e Carlo Fabiano per Trame Sonore), su arti contemporanee e trasformazione urbana, sulle dinamiche non prevedibili dell’economia e della cultura, sulle imprese e istituzioni culturali per le città d’arte del futuro, sulla Città del libro. Ciascun incontro dovrebbe individuare alcuni punti qualificanti.

Sabato 12 si parlerà invece della cultura per la rigenerazione urbana a cura di Anci e del Forum Terzo Settore, oltre che di politiche del patrimonio nelle città d’arte, con il Consiglio superiore per i Beni culturali e paesaggistici. Nel pomeriggio si tireranno le somme.(l.g.)

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