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L’Ocm in cerca di fondi. «Ci serve l’aiuto dei privati»

I mutamenti di mercato e il crollo dei finanziamenti pubblici aprono nuove strade. Appello alle imprese e volontà di far crescere gli “Amici” oltre gli attuali duecento

di Luca Ghirardini
2 minuti di lettura

MANTOVA. Con la stagione concertistica “Tempo d’Orchestra” e con il festival della musica da camera “Trame Sonore” l’Orchestra da Camera di Mantova (Ocm) da anni porta nella nostra città la musica classica ad altissimi livelli. Negli ultimi anni, soprattutto, l’appuntamento dei primi di giugno, che ha fatto rientrare i musicisti nei palazzi storici, è diventato uno straordinario biglietto da visita per Mantova, creando un’atmosfera del tutto simile a quella che si respira nei giorni del Festivaletteratura. Organizzare eventi a questo livello, tuttavia, ha un costo in termini di risorse umane ed economiche. Per di più, in città non mancano problemi logistici e organizzativi. Anche per questo, in questi giorni è partito un appello, rivolto in prima battuta alle forze imprenditoriali della nostra provincia, ma anche agli stessi cittadini, finalizzato a sollecitare un sostegno all’attività dell’Ocm, il cui direttore artistico è il maestro Carlo Fabiano e che da qualche tempo ha in organico Irene Crosignani, una persona, cioè, incaricata espressamente di occuparsi del fundraising.

«Il mercato della musica è cambiato - sottolinea Crosignani -: una volta bastava organizzare una stagione, ora si richiedono nuove forme di proposta. Anche per questo è nato Trame Sonore, una bella idea, oltre che un mezzo per allargare l’interesse attorno alla musica classica a un pubblico nuovo. In questi anni, proprio per questo, l’Ocm ha effettuato investimenti che guardano al futuro. Però, se un tempo l’attività esterna dell’Orchestra consentiva di creare una buona base di partenza, ora c’è bisogno di sostegno esterno, se si vuole mantenere un budget che consenta un livello qualitativo elevato».

Il sostegno pubblico non mancava, ma il ministero ha più che dimezzato i fondi per lo spettacolo, la Regione non è stata da meno, la Provincia è scomparsa e i Comuni lottano per far quadrare i bilanci. Per fortuna, l’Ocm ha tanti amici, dalle fondazioni (Cariplo, Comunità mantovana, Bam e Cariverona), Confindustria, la Marcegaglia spa. E l’Associazione amici dell’Ocm, un gruppo di duecento appassionati che sostiene l’orchestra anche finanziariamente.

«La nostra storia è quella di molte eccellenze italiane - ricorda Crosignani -, che per sopravvivere continuando a offrire un servizio alla comunità, dalla stagione di Tempo d’Orchestra a Madama DoRe per bambini e famiglia, alle conferenze di ParoleNote fini al festival Trame Sonore, non possono che trovare un nuovo equilibrio nelle risorse. Per questo, la partecipazione dei privati è necessaria. Se l’attenzione del pubblico nei confronti degli spettacoli dal vivo è in regressione, il trend è quello di riaffidare al mecenatismo le sorti del settore».

Un primo passo è stato già compiuto: una serata organizzata dalla famiglia Marcegaglia con la partecipazione di numerosi imprenditori. «Grazie alla loro importantissima e meravigliosa ospitalità -afferma la responsabile del fundraising Ocm - abbiamo stretto contatti che ora andranno sviluppati. Il nostro obiettivo è la valorizzazione della musica classica creando momenti di qualità; ma se non si vuole scendere a compromessi, è una strada che ha bisogno di supporto. Cerchiamo la disponibilità delle aziende, ma anche la vicinanza delle persone, che facciano circolare la voce per invogliare a partecipare agli spettacoli. Già abbiamo 200 meravigliosi amici, cercheremo d’allargare la comunità».

Con quali speranze ci si sta muovendo? «La sensazione è che si debba lavorare molto - risponde Crosignani -, ma che si possa fare qualcosa. E la creazione di un incarico come quello che io ricopro va proprio in questa direzione. Certo, è più semplice trovare sponsor per eventi come Trame Sonore che per la stagione concertistica. Per il festival di quest’anno abbiamo trovato l’appoggio di otto nuovi soggetti privati. Ora bisogna continuare, lavorando anche sui donatori». Se non si arrivasse al risultato voluto, cambierebbe il programma? «Continueremmo, ma potrebbe risentirne la qualità degli eventi».

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