La sfida per Palazzo Ducale: confermare i numeri del 2016
Assmann a Basilea dal guru dei musei. Verso un biglietto valido due giorni
di Luca Ghirardini
MANTOVA. Il 2016 per Palazzo Ducale è stato un anno da record: è stata superata la soglia dei 360mila visitatori, anche grazie alla concomitanza con la designazione di Mantova come Capitale italiana della cultura. Con un mini sorpasso tra musei lombardi, visto che la Reggia ha staccato più biglietti rispetto a Brera. La sfida che attende il direttore Peter Assmann in questo 2017 sarà quindi quella di confermare i numeri, anche se la Capitale si è trasferita a Pistoia. I progetti non mancano, così come un ricco calendario di eventi. Già in questi giorni, il direttore sarà a Basilea per incontrare il museografo Uwe Brückner, architetto e realizzatore con il suo atelier di alcuni importanti musei in tutto il mondo, a partire da quello della Bmw. «È arrivato in occasione di Mantova Creativa - racconta Assmann - e gli ho mostrato il palazzo per contagiarlo col “virus del Ducale”. Si è molto interessato, per cui si è mantenuto il contatto con un gruppo di studenti del Politecnico di Milano guidati dal professor Marco Borsotti. Insieme hanno lavorato su alcuni progetti relativi al Ducale e a Basilea si terrà una loro presentazione».
Ci sono progetti che possono essere realizzati?
Non è da escludere. Alcuni sono stimolanti, come quello di realizzare una struttura effimera con materiali poveri che riproduca la Palazzina della Paleologa, demolita alla fine dell’Ottocento. Vedremo. Ci interessa, inoltre, sapere dai giovani architetti quali zone del Palazzo interessano a loro, dall’armeria ai giardini della Rustica, alla Corte Nuova verso il lago. Ed anche la struttura sotto al giardino pensile, un possibile luogo espositivo.
Come pensa di mantenere per il Ducale i numeri del 2016?
Abbiamo elaborato, con maggiore calma rispetto allo scorso anno, un fitto programma di eventi. Ma non ci saranno solo mostre: le mostre passano, bisogna fare in modo di realizzare anche qualcosa che resti e che stimoli i visitatori a ritornare. Un discorso che vale per Palazzo Ducale ed anche per Mantova.
Ad esempio?
Cercheremo di valorizzare al meglio la figura di Isabella d’Este: è importante lavorare su questa primadonna del Rinascimento, elaborare una didattica per capirla. È una donna affascinante, che non si può spiegare in due parole. Sulle medaglie di Isabella, proprio nel suo appartamento, realizzeremo una mostra in ottobre con lo Iuav e il Politecnico.
Il ministero aveva annunciato stanziamenti per il Ducale, i fondi sono arrivati?
Per i 12 milioni c’è già anche la firma, sarà una delle priorità di quest’anno studiarne al meglio l’utilizzo.
Ci sono alcuni interventi imminenti?
Stiamo studiando un progetto legato all’iconografia dei santi da sistemare nel corridoio di Santa Barbara, nella loggia tra Corte Nuova e Corte Vecchia. Apriremo, d’intesa con la Diocesi, il percorso che permetterà di far girare i visitatori in tutte le aree del Palazzo senza la necessità di uscire e rientrare. E ci si potrà affacciare sulla Basilica per osservarla dall’alto. Fermo restando che, per visitarla, si farà sempre riferimento all’attuale sistema con i volontari del Touring club italiano.
Altre mosse in vista?
Il 3 marzo verrà riaperto parte dell’itinerario di Corte Nuova, con il Museo delle Statue. E punteremo ad allargare la visitabilità delle diverse zone del Palazzo. Ci sarà di certo un nucleo sempre aperto, con al centro la Camera degli Sposi, che coprirà una fascia di 11 ore. Poi, stiamo pensando a un’alternanza tra Corte Nuova e Corte Vecchia, combinando mattina e pomeriggio. Il dato di fatto è che nessuno può visitare l’intera struttura in due ore: l’idea allo studio è l’estensione da uno a due giorni della validità del biglietto, in modo da consentire di ammirare con calma tutto quanto si può visitare. Così si invoglierebbe anche il turista a trattenersi a Mantova per una notte.
I turisti sono soddisfatti da ciò che trovano al Ducale?
Non disponiamo ancora dello studio completo sulla soddisfazione dei visitatori, ma i primi dati mostrano che una buona percentuale afferma di aver voglia di ritornare. In questi giorni, e sarà così anche in futuro, vediamo che la stampa e le televisioni nazionali e internazionali ci riservano spazi importanti. Parlano di noi e dei nostri numeri: è tutta pubblicità per Mantova ed è certamente più efficace rispetto ad un’eventuale campagna promozionale a pagamento.
Oltre ai programma a lunga scadenza, avete in programma mostre ed esposizioni?
A partire dal 19 gennaio e fino al 15 marzo sarà esposto il frammento della Pala del Rubens di proprietà della Fondazione Magnani Rocca di Traversetolo, raffigurante Ferdinando Gonzaga. Questo, nell’ambito della pubblicazione degli atti del convegno sulla Pala stessa del 12 ottobre scorso. Verrà così quasi a ricomporsi per alcuni mesi il mosaico dei pezzi ritagliati dall’originale e sparsi per il mondo.
Altri progetti importanti?
Da aprile a settembre, nel Castello di San Giorgio, allestiremo la mostra “Lo spettacolo del mangiare” in concomitanza con l’anno dell’Est Lombardia Regione gastronomica europea. Da metà ottobre al febbraio 2018, sempre negli spazi del Castello, l’obiettivo sarà puntato su “Sabbioneta e Charleville: due città ideali dei Gonzaga”. Tra maggio e luglio, nell’Appartamento della Rustica, al piano terra, quasi sicuramente allestiremo una mostra dedicata a Mario Schifano in collaborazione con l’associazione Moz-Art e la Società per il Palazzo Ducale. E in estate, negli stessi ambienti, troverà spazio il Museo dell’Alchimia. Ed anche la Galleria, che ospita l’arte contemporanea, ha sei esposizioni in calendario.
L’anno scorso il 2 gennaio si tenne il Gran Ballo in sala di Manto. È prevista una replica?
Sì, ma questa volta in primavera, il 6 maggio. E non sfrutteremo solo la Sala di Manto, ma anche alcuni spazi esterni verso la Rustica, confidando nel bel tempo.
Continuerete ad ospitare i diversi festival mantovani?
Certamente, da MantovArchitettura a Trame Sonore, fino al Festivaletteratura, le Giornate Europee del Patrimonio e Segni d’Infanzia. Anzi, per quest’ultimo evento il coinvolgimento sarà ancora più significativo.
In prospettiva, oltre il 2017 c’è qualcosa in cantiere?
Oltre agli interventi strutturali per utilizzare i fondi ministeriali, che dovrebbe accrescere la capacità di attrazione del Palazzo, al di là della Camera degli Sposi, per il 2018 è allo studio la mostra sui disegni di Giulio Romano dal Louvre, mentre per il 2019 si guarderà ai disegni di Antonio Maria Viani.
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