Il sound di Anna Viganò: «Verano è il mio gioiello»
Il progetto dell’artista al suo apice: «È la cosa più bella che abbia fatto». Al lavoro sul nuovo disco: «Quest’estate pochi live ma tutti di livello»

CASTIGLIONE. L’Alto Mantovano come fucina di talenti e il triangolo magico che lega Castiglione delle Stiviere, Castel Goffredo e Medole come zona dove la musa Euterpe, da sempre dedita alla musica, ha trovato casa e ha seminato i suoi frutti. Anna Viganò è fra le personalità che hanno saputo emergere in questa zona e, allo stesso tempo, prenderne quelle giuste distanze per elaborare un proprio percorso artistico. «Suono la chitarra da quando ho 7 anni, ho sempre avuto una forte attrazione per la musica. Ho suonato in diverse band, con l’ultima esperienza prima di Verano (L’officina della camomilla, ndr) ho fatto tour importanti, circa 120 date in un anno, che hanno sicuramente contribuito al mio percorso personale e professionale» afferma Anna che è ora impegnata nel progetto Verano. «Ho avuto diversi progetti negli anni, che mi hanno portato a farne uno totalmente mio. Verano sono io, o meglio è il mio nome-scudo; è un progetto che esiste ufficialmente da maggio dell’anno scorso, mese in cui sono uscita con un ep per Garrincha Dischi».
Il progetto parte bene con oltre 40 concerti in festival e club importanti, con uno stop a dicembre voluto per concentrarsi sul disco nuovo. «Devo dire che da subito ho avuto la sensazione che andasse tutto bene. Volevo un progetto solista, e superate le paure iniziali penso sia la cosa più bella e intrigante che abbia fatto». L’educazione musicale è nel mondo dell’underground: «Sono cresciuta con Cristina Donà, i Massimovolume, gli Scisma, ma anche con St. Vincent, i Beach House, Iron&Wine e Fleet Foxes. Penso che dentro Verano ci sia molta commistione di questi nomi». Alla musica si aggiunge la scrittura: «Ho una forte attenzione per la scrittura dei brani, è la mia sfida più grande cercare di dire qualcosa di importante che possa essere condivisa». La base, ora, è Milano, l’unica città davvero europea del nostro bel Paese. «È da qui che faccio prove, allestisco i live con la mia band, lavoro con le persone che mi seguono. Ed è da qui che vedo una marea di concerti, imparo e traggo ispirazione».
Fare musica oggi è ancora possibile dunque? «Oggi più che mai direi. Penso che la musica cosiddetta indipendente, che è ormai un termine vuoto e può essere utile a inquadrare un certo tipo di investimento, stia vivendo un momento di fortissima attenzione da parte di un pubblico che si è allargato nettamente rispetto solo a pochi anni fa. Dopo anni di talent, che reputo puro entertainment fatto piuttosto male forse siamo arrivati, o meglio tornati, ad aver voglia della musica». Anna al momento è al lavoro sul nuovo disco. «In questo momento sono sostanzialmente ferma con i live, sto finendo il disco nuovo che uscirà a breve con tante novità, un cambio di etichetta, una produzione importante e una crescita in termini di struttura che mi segue. Farò giusto qualche concerto quest’estate, poche cose ma molto belle: una apertura importante a Brunori, un festival con gli amici Zen Circus e, lo dico con enorme onore, l’apertura a Musica Distesa del ritorno degli Amor Fou, band gigantesca».
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