Ricordare la Shoah, l’opera di Ullmann al teatro Bibiena
Anteprima per le scuole e poi la serata per la città. Il compositore la scrisse nel campo di Terezin
MANTOVA. Nel campo di concentramento di Terezin, quello che doveva ingannare gli organismi internazionali, facendo credere che i reclusi sarebbero tornati liberi, un musicista poi morto ad Auschwitz, scrisse un’opera bellissima e in Italia poco conosciuta, in cui la Morte si mette in sciopero e manda a monte i progetti guerreschi del Kaiser.
Un’allegoria contro la sete di sterminio di Hitler. L’opera sarà messa in scena al Teatro Bibiena dal Conservatorio Campiani che ieri ha presentato il suo programma per il Giorno della Memoria, insieme al liceo musicale d’Este. Una collaborazione che continua da 7 anni. Il Comune di Mantova ha voluto ospitare la conferenza stampa nell’aula consigliare con l’assessore all’istruzione Marianna Pavesi, che ha sottolineato il valore della memoria, del fermarsi a riflettere e ricordare, per conoscere e capire, soprattutto in tempi di web e di notizie che scivolano via. Il direttore del Campiani, Salvatore Spanò, anche a nome della presidente Francesca Zaltieri, ha spiegato che la Memoria è un appuntamento molto sentito dal Conservatorio, anche in collaborazione con Comunità ebraica e Istituto di storia. «L’anima e la mente è Giovanna Maresta, e quest’anno grazie a un’altra nostra docente, Carla Delfrate, proponiamo Der Kaiser von Atlantis, ovvero l’Imperatore di Atlantide, che avrà due rappresentazioni al Teatro Bibiena, grazie alla disponibilità del Comune».
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Il Giorno della Memoria, ha fatto sapere la presidente Zaltieri, è uno dei punti massimi della produzione artistica del Campiani, che «mette in luce la bravura dei nostri allievi e l’esperienza dei docenti» ha concluso Spanò. Tra i giovani talenti il primo violino Riccardo Lui. Il liceo musicale, ha spiegato la preside Daniela Cremonesi, in questa collaborazione, mette in campo i docenti Andrea Ranzato anzitutto, e poi Romano Adami, Francesco Bonfà, Daniele Braghini ed Enrico Manfredini. Il Memoriale della Shoah mantovana è frutto di una ricerca ed è stato realizzato in alternanza scuola-lavoro. «Sarebbe bello se altre scuole mantovane lo arricchissero con una ricerca sulla propria storia».
Il programma prevede il percorso degli studenti nei luoghi della memoria, le lezioni sull’antisemitismo di Marcello Floris, canti e cori e l’opera di Viktor Ullmann.
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Dodici giorni di eventi da mercoledì 17 a domenica 28]]
«Me l’ha suggerita Giovanna Maresta – ha raccontato la direttrice d’orchestra Delfrate – io non la conoscevo, ma mi è piaciuta moltissimo e credo che potrà catturare il cuore del pubblico. A Madrid e Lione è nel cartellone della stagione. Sono grata al maestro James Conlon che la dirige spesso e me l’ha spiegata».
Musicalmente è ricca, con elementi duri dell’espressionismo tedesco, passaggi dolcissimi, e canzoni molto popolari nella Germania del primo Novecento e altre americane, con atmosfere da cafè chantant e cabaret. L’allegoria richiama Hitler. L’Imperatore non sa come continuare la guerra, perché la Morte si è messa di traverso.
Nessuno muore, è un pasticcio. Finché la Morte si convince a desistere dal suo sciopero, ma a un patto: il primo morto sarà lo stesso Imperatore. Che non avendo alternative, accetta. Morto lui però, la guerra finisce. Ullmann era un musicista molto raffinato, con una personalità complessa, una volta rinchiuso a Terezin ha composto moltissimo. Questa opera è considerata un capolavoro in assoluto e certamente il punto più alto delle musiche composte in stato di prigionia.
L’organico lo scelse basandosi sugli strumenti a disposizione nel campo. Peter Kien, lo scrittore autore del libretto, era anche pittore e ha lasciato i ritratti dei molti musicisti di Terezin. Kien e Ullmann morirono entrambi ad Auschwitz, ma l’opera fu conservata da un sopravvissuto a Terezin.
Maria Antonietta Filippini
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