Tanti visitatori a Palazzo di Bagno. E oggi, domenica 25, si replica
Nuovo successo per il Fai, con le Giornate di primavera: molti mantovani hanno potuto entrare per la prima volta nel Palazzo Guidi di Bagno di via Principe Amedeo e visitare le sale nobili
Maria Antonietta FilippiniMANTOVA. Nuovo successo per il Fai, con le Giornate di primavera: molti mantovani hanno potuto entrare per la prima volta nel Palazzo Guidi di Bagno di via Principe Amedeo e visitare le sale nobili. Sede della Provincia, l’infilata di stanze lussuose del Settecento, ha colpito i visitatori che ne avevano vista una o forse due e magari lo scalone con le statue di Tolomeo, Socrate Aristotele, e Virgilio, curiosamente con a fianco un violino. Invece le stanze decorate sono molte, non ci sono più i mobili della famiglia e tantomeno i quadri del Bazzani (solo belle copie delle Stagioni), del Cadioli o dello Schivenoglia, tolti o venduti prima di cedere il palazzo al Regno d’Italia nel 1919 per 2.200.000 lire. Ma le tappezzerie di damasco giallo oro antico o blu e argento o rosso corallo e i soffitti densi di scene mitologiche sono davvero affascinanti. La maggior parte dipinti da Michelangelo Persenda, venuto da Torino allora capitale del barocco rococò. Ecco Giove che rapisce Europa, Arianna con l’amante Cefalo e poi sposa di Bacco. Fino allo stesso Guidi di Bagno inginocchiato nell’Empireo davanti ad Apollo che gli porge la fiaccola. E’ invece il pittore bolognese Vandi a lasciare soffitti azzurri e celestini con ninfe innamorate e Giunone con il pavone per le camere da letto, in particolare quella di Teresa Sessi dei marchesi di Rolo, che contribuì ad aumentare le ricchezze della famiglia.
L’immenso palazzo, il più grande dopo il Ducale, si estende da via Principe Amedeo a via Mazzini (metà è in uso alla Prefettura e non visitabile) accorpando varie case acquistate nei secoli dalla famiglia, che era di origine longobarda. E’ ricordata al servizio di Matilde di Canossa e nel 1400 quando venne dalla Toscana per invito dei Gonzaga. Fu sempre potente anche con austriaci e Savoia. Alla ristrutturazione del palazzo mise mano anche il Torregiani, l’architetto di palazzo Cavriani in via Trento. Un vescovo Guidi di Bagno fece rifare la facciata del duomo di Mantova. Leopoldo sposò Giovanna dei conti d’Arco, che lasciò presto vedova senza figli a occuparsi del palazzo d’Arco e delle Bertone. Palazzo di Bagno era già stato venduto dai rami della famiglia toscani e romagnoli (bellissima la fortezza dei conti Guidi di Bagno vicino a Rimini).
La visita continua oggi dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17. Dopo l’ultimo giro, nella sala delle feste, si terrà un concerto di chitarra classica dell’Orchestra da camera di Mantova.
Interesse ieri in città anche per l’edicola ottocentesca in ferro e ghisa in piazza Canossa, acquistata dal Fai nel 1992 per salvarla. A illustrarla studenti del Mantegna, mentre a palazzo Di Bagno c’erano, oltre ai volontari del Fai, studenti del Belfiore e del Calo d’Arco.
Visite anche oggi, domenica 25 marzo, a Castiglione delle Stiviere (ex carceri e teatro) e alla bonifica di Moglia di Sermide (studenti del liceo Galilei di Ostiglia).
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