Lirico o barocco, il belcanto è cinese
Al Bibiena trionfano i soprani Gu Wen Meng e Wu Yue. Bene anche il tenore Monaco e il baritono Hoon
MANTOVA. Ventiquattro brani partendo con Monteverdi – prima esecuzione, seguita da Vivaldi – arrivando al traguardo col Rigoletto di Verdi. Tutta l’aria di omaggio a Mantova: Monteverdi e Vivaldi abitarono in città e Rigoletto è qui ambientato. Il teatro Bibiena ha ospitato sabato sera la prova finale del concorso internazionale “Giovani talenti per la lirica”.
La “disprezzata regina” del dramma monteverdiano – Ottavia tradita dal marito Nerone che vuole divorziare da lei per sposare l’amante Poppea – ha aperto la serata canora, conclusa con l’invettiva di Rigoletto contro i cortigiani “vil razza dannata”, lasciando poi spazio alle premiazioni. Premio principale – nove i candidati – nel nome di Ettore Campogalliani, musicista e straordinario insegnante di pianoforte e canto. Nel 1961 per prendere lezioni da lui arrivava da Modena in Fiat 500 Luciano Pavarotti: parcheggio in via Chiassi, pochi metri lungo via Tito Speri, drin drin di campanello e il maestro gli insegnava come impostare ugola, corde vocali, diaframma e fiati interni per diventare il più grande. Cosa avvenuta. Al Bibiena era presente la figlia, Francesca Campogalliani.
Tre sono stati i concorrenti al premio “Vocalità barocca”. Giuria presieduta dal pianista e direttore d’orchestra Leone Magiera. Tra i giurati Lelio Capilupi, docente di canto al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, Giorgio Appolonia, storico del teatro e redattore Radio Svizzera Italiana, e Angelo Manzotti, cantante lirico e presidente dell’associazione culturale L’Orfeo – la sede è a Marmirolo – organizzatrice del concorso col sostegno dei comuni di Mantova (in teatro la vicepresidente del consiglio comunale Maddalena Portioli ha parlato del “dono meraviglioso del bel canto”) e di Marmirolo (era presente il sindaco Paolo Galeotti).
E poi la giuria popolare: al pubblico del Bibiena è stato distribuito il carnet delle esecuzioni per votare. Manzotti ha anche fatto il presentatore dei candidati e dei brani. I 12 concorrenti si sono susseguiti sul palcoscenico accompagnati al pianoforte dal maestro Marino Nicolini. Ed è stato uno spettacolo meraviglioso, con arie deliziose (certamente tra il repertorio del ‘600 e quello del ‘900 le differenze sono notevoli), acuti e melodie. È stato l’epilogo delle precedenti eliminatorie – valutazione dei video, venerdì le semifinali e infine sabato la finalissima – che hanno limato i concorrenti da una settantina a una dozzina. Dodici – tra tenori, soprani, baritoni, controtenori e mezzosoprani, 4 sudcoreani, 3 cinesi, 2 italiani, uno svedese, una giapponese e una messicana, tutti di età tra i 22 e i 32 anni – con due esecuzioni ciascuno: la serata, oltre che in due premi, è stata divisa in due parti. Brani – alcuni famosissimi, per esempio Celeste Aida, altri meno noti – da Händel, Vivaldi, Gluck, Donizetti, Gounod, Puccini, Bizet, Giordano, Mozart, Ponchielli, Charpentier, Verdi e Monteverdi.
La giuria ha assegnato il 1° premio “Ettore Campogalliani” al soprano cinese Gu Wen Meng che ha stupendamente interpretato È strano… Ah fors’è lui… Follie follie dalla Traviata di Verdi, il 2° premio al più giovane dei concorrenti, il 22enne tenore italiano Dave Monaco per Spirto gentil da La favorita di Donizetti, e il 3° al baritono sudcoreano Lee Chi Hoon per Nemico della patria da Andrea Chenier di Giordano. Il premio “Vocalità barocca” è andato al soprano cinese Wu Yue, interprete di “Nulla in mundo pax sincera” di Vivaldi. Infine il premio della giuria popolare è stato assegnato al baritono cinese He Liangchen per Cortigiani, vil razza dannata da Rigoletto. I premi in denaro (1.000, 700 e 500 euro il “Campogalliani” e 300 “Vocalità”) saranno consegnati ai vincitori la sera del 30 giugno alla Palazzina di Caccia di Bosco Fontana, dove insieme a loro si esibirà «la piccola rivelazione del concorso, il bravissimo tenore 17enne Simone Fenotti di Brescia, che venerdì – troppo emozionato – non ha superato la semifinale» ha detto Angelo Manzotti. Sala del Bibiena al completo, grande successo di pubblico.
Gilberto Scuderi
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