Con “Mantova città d’acqua” una serata per le Pescherie
Domani alle 21.15 sul Lungorio la presentazione del video aperta a tutti
MANTOVA. Un tuffo nella storia di Mantova ma anche un’occasione per partecipare attivamente e offrire il proprio contributo per il recupero di uno degli spazi più suggestivi della città. Domani sera alle 21,15 sul Lungorio IV Novembre, l’Associazione Amici di Palazzo Te e dei musei mantovani presenterà il video Mantova città d'acqua e il restauro delle pescherie.
LA SERATA Un filmato prodotto dal sodalizio «per far conoscere la secolare storia del Rio e finanziare il progetto di recupero e di valorizzazione dell'area delle Pescherie di Giulio Romano affidato all’omonima Fondazione». Un invito dunque alla città perché l'incontro, organizzato con il Comune, è aperto a tutti. Non solo. Con un contributo, il pubblico potrà portarsi a casa una particolare chiavetta usb a forma di pesce contenente il video. Una “fish-drive” che attraverso la sua forma intende ricordare l’antica distribuzione del pescato in occasione della festa dell’Ascensione.
IL VIDEO Chi desidera il dvd, potrà acquistarlo già da oggi con la Gazzetta (vedi informazioni nel riquadro). Come si diceva per la città quello di domani sera sarà un viaggio nella storia che vedrà protagonisti gli storici monumenti e il Rio «che da più di 800 anni - come sottolineano gli Amici di Palazzo Te - attraversa la città collegando il lago Superiore a quello Inferiore, diventando, in tempi passati, nastro trasportatore per le mercanzie, luogo di pesca, energia motrice di tintorie opifici mulini, punto di riferimento per le bugandere di una Mantova scomparsa».
[[(gele.Finegil.StandardArticle2014v1) Da oggi il dvd è in vendita con la Gazzetta]]
TUFFO NELLA STORIA Le Pescherie e le Beccherie sono l'unica struttura rimasta ad indicare un luogo in cui i mantovani di quasi sei secoli fa usufruivano del mercato pubblico. Dell'antica struttura delle Beccherie resta solo l'idea del portico d'acqua, che sostiene un importante spazio di transito, divenuto di nuovo, recentemente, luogo di aggregazione e di mercato. Grazie alla serata si ripercorreranno le diverse epoche partendo anche dalla regolamentazione delle acque sottolinenando che l’alto medioevo apportò, senza dubbio, un cambiamento nella organizzazione dell'ambiente naturale circostante alla città.
ALBERTO PITENTINO Come spiegheranno i relatori lo scalo fluviale è identificabile, in parte, nell’area dell’odierna piazza Virgiliana, ed esisteva già in epoca romana. Il porto, detto dell’ancona, oggi interrato, restò il più importante attracco fino al 1190. «Il 1190 - aggiungono - segnò infatti una svolta con la costruzione, ad opera dell’ingegnere bergamasco Alberto Pitentino, di una diga ponte in terra battuta e muratura, dal Cepetto fino al borgo di Porto. Fu dunque Pitentino - a Mantova nel 1187 al seguito di un altro bergamasco, Attone dei Pagani da Mornico, primo podestà laico e forestiero di Mantova – il responsabile della regolamentazione del sistema idrico della città e colui che creò l’attuale Rio, scavando l'avvallamento (probabilmente un paleoalveo dei meandri del Mincio) che segnava il limite del suburbio a meridione. Con Pitentino - aggiungono - non si pose dunque un semplice limite all’invadenza delle acque: queste divennero, tramite il salto d’acqua fra i laghi Superiore e di Mezzo, una vera forza motrice, concreta energia per un contesto produttivo che stava assumendo il ruolo di perno della vita economica e civile circostante». In specifico, per quanto riguarda il Rio canale, che da allora attraversa la città, «ebbe da subito una forte valenza economica, dimostrata dai documenti sopravvissuti nei secoli: oltre allo spostamento delle merci, l’acqua serviva per le più svariate attività artigianali. Il fiume cittadino aveva, inoltre, una funzione “igienica”, di cui i cittadini abusavano, come è indicato da editti contro l’ostruzione del canale usato come cloaca e raccoglitore di rifiuti».
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GIULIO ROMANO Tra il 1536 e il 1546, Giulio Romano intervenne in maniera decisiva nell’area del Rio, tra i ponti di San Silvestro e San Domenico, nella contrada dei Monticelli Bianchi, investendola delle funzioni di luogo destinato alla macellazione dei bovini e a mercato del pesce. «A cominciare dunque dal 1536 - spiegano - un nuovo scenario architettonico si misura con le micro-trasformazioni in atto nella città, e attorno al corso del Rio si cerca di operare in funzionale omogeneità col tessuto urbano circostante. Qui interviene l’opera di Giulio Romano, che con una nuova e coerente costruzione unisce il mercato del pesce e la beccheria in un unico edificio, collocato presso l'area dell’odierna piazza Martiri di Belfiore, appena oltre il Rio, in prossimità dell’antica dimora dei Cattabeni abbattuta nel 1861».
LE EPOCHE SUCCESSIVE Nel corso della serata ci si soffermerà anche sugli eventi salienti delle epoche successive. «Verso la fine del 700 - aggiungono - si attua l'interramento dell'invaso di Paiolo: la finalità appare quella strategica - militare, in realtà sarà l'unica direzione possibile verso la quale la città potrà espandersi. Vengono creati così i quartieri di Borgo Pompilio, Te Brunetti e di Migliaretto».
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Non solo. Altro evento da ricordare avvenne nel 1843. «Una vorticosa piena del Rio - spiegano - dovuta sia all'eccessivo carico d'acqua nel canale, salito di oltre 90 cm dal livello ordinario, sia alla strettoia costituita dall'opificio Collini, che dava all'acqua maggiore velocità proprio sotto il macello, provocò il crollo della parte centrale delle beccherie». Nel 1940, viene adottato il piano di esecuzione del nuovo centro cittadino con la sistemazione della zona compresa tra la piazza Leona e Martiri di Belfiore e la rettifica di Via Principe Amedeo nel tratto compreso fra le vie Filzi e Madonna dell'Orto.
«Si deve arrivare agli anni '50 - concludono gli Amici di Palazzo Te - per gli ultimi lavori inerenti al tratto del Rio: fra l'odierna piazza Cavallotti e la piazza Martiri di Belfiore vennero abbattuti gli edifici e il canale fu coperto con un condotto in cemento armato lungo 160 metri, alto 3,50 e largo 4,90 metri».
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