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Il Premio Eridano nel 1993 a Olmi poeta del cinema e del fiume Po

Ermanno Olmi: nel ricordo e rimpianto del grande artista del cinema entra anche il Po. La sua filmografia comprende, infatti, “Lungo il fiume”, un viaggio dalla sorgente al Delta, ma visto nella...

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Ermanno Olmi: nel ricordo e rimpianto del grande artista del cinema entra anche il Po. La sua filmografia comprende, infatti, “Lungo il fiume”, un viaggio dalla sorgente al Delta, ma visto nella sensibilità del rapporto fra uomo e natura e fra creato e creatore. Girato per la Rai, era stato presentato in anteprima al Festival dei due mondi di Spoleto nel 1991. Soggetto, sceneggiatura e regia dello stesso Olmi, fotografia del figlio Fabio, montaggio come sempre di Paolo Cotignola, in circolazione dal ’92. Olmi aveva seguito di persona la lavorazione, facendo tappe nel Po mantovano e successivamente il documentario veniva proiettato a Revere.

Ma correva sempre la stagione del Premio Eridano, voluto dai Negrini di Navi Andes, come “atto di riconoscenza verso quanti, come noi, amano il Po, il Mincio, i laghi di Mantova e lo dimostrano con le loro attività”. Ebbene per il 1993 la giuria, presieduta come all’origine da Renzo Dall’Ara, assegnava il premio a Ermanno Olmi: «Poeta del cinema, con opere che sempre ritrovano, in esemplare coerenza, un richiamo all’uomo, nella sua vicenda, suscitando particolari emozioni nel rapporto con l’ambiente e la natura. “Lungo il fiume” racconta il Po che diviene il Po di Olmi».

Insieme premiati: un poeta della fotografia, il gonzaghese Arrigo Giovannini, narratore con Berengo Gardin e Pepi Merisio di “Il fiume dei fiumi”; la Lipu (Lega italiana protezione uccelli) e, come lavoratori del fiume, Bacchi Aladino & figli di Boretto. Olmi non poteva ritirare di persona la targa, ma ringraziava e si scusava in quanto impegnato nella preparazione finale di un film (e poteva essere “I segreti del bosco vecchio”, con Paolo Villaggio, uscito nello stesso ’93). Delegava però alcuni allievi della sua scuola di cinema per riceverlo.

L’albo d’oro del Premio Eridano si era aperto nel 1985, popolandosi via via di personaggi variamente significativi e importanti: scrittori come Luciano Zeppegno, Alberto Bevilacqua, Gianni Celati, Giuseppe Pederiali; il regista Salvatore Nocita (1989, “I promessi sposi”, molte sequenze a Mantova); il ministro Giorgio Ruffolo; il senatore Achille Cutrera; il geografo bavarese Detlef Musielak; il naturalista Carlo Cova. Per il 2009, il riconoscimento andava a Oreste Perri, grande campione prima, poi per tanti anni commissario tecnico della nazionale azzurra di canoa e kayak, in più sindaco di Cremona. Nel suo prestigioso percorso sportivo, ben 9 Olimpiadi, 3 da atleta e le altre 6 da commissario tecnico.

Nel medagliere, oro ai mondiali, titoli italiani, successi internazionali e una frequente presenza al campo canoa.

Altro premio al comune di Mantova per i vari interventi, nel tempo, sulle sponde dei laghi, parte integrante della città d’acqua. Infine a Wainer Mazza, cantastorie, menestrello padano, di nascita e di costante ispirazione. Ma hanno avuto un giusto riconoscimento il comandante Jean Chaize, alsaziano, pioniere della navigazione padana; l’ingegner Gabriele Della Luna, tecnico e progettista di livello internazionale; le figure dei lavoratori del Po: meatori, traghettatori, guardiani di faro, pontieri, oltre ai Benasi, famiglia erede della lavorazione della canna e del carice, cioè la storia secolare di Rivalta sul Mincio.



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