Torna a vivere a Sabbioneta il “Giardino de la Fontana”
Una fontana, vialetti, erba, piante di agrumi e melograni, siepi e tre grotte. Ricostruito così l’incanto voluto nel Cinquecento da Vespasiano Gonzaga
Roberto MarchiniSABBIONETA. Una fontana circolare posta al centro di due vialetti che si intersecano, manto erboso, piante di arance, limoni e melograni, una siepe perimetrale di bosso, tre grotte a nicchia: così l’incanto del ricostruito giardino di Vespasiano Gonzaga si è presentato al tramonto di ieri quando è stato tagliato il nastro dell’inaugurazione de ‘Il Giardino de la Fontana’ di Palazzo Giardino, originariamente realizzato verso la metà degli anni ’80 del ’500, su probabile disegno di Bernardino Campi. La sua realizzazione è stata oggetto di un percorso di ricerca e di analisi durato tre anni a cura dell’Ufficio Unesco Mantova e Sabbioneta. Le fonti iconografiche, integrate con le fonti letterarie e con le moderne tecniche di indagine, hanno consentito una riprogettazione dell’impianto a verde del giardino, secondo gli schemi tipologici del giardino all’italiana.
«Un momento storico - ha detto il sindaco Aldo Vincenzi attorniato dal vice Azzali e dagli assessori – frutto di un progetto importante per la città». Lungo l’elenco dei soggetti ringraziati da Vincenzi, dalla Regione al Gal Oglio Po, dalla Provincia alle dipendenti Raffaella Argenti, Cristina Valenti e Anna Ghizzardi. Giovanni Sartori ha spiegato il progetto dal punto di vista storico ed ha parlato di «ricostruzione contemporanea dell’opera originaria», di «giardino come frammento del paradiso» e ha informato che le teste di leone che sostengono le acquasantiere della chiesa dell’Assunta, una volta spruzzavano l’acqua nella fontana del giardino. Corradini della Soprintendenza ha osservato che «Sabbioneta è una piccola realtà ma grande dal punto di vista monumentale, con un patrimonio esteso e complesso».
Il progettista Nando Bertolini ha illustrato i lavori di restauro che sono stati documentati in un filmato realizzato da Danilo Malacarne. Svelato quello che era stato presentato come un piccolo mistero e cioè l’interramento, a futura memoria, di un manufatto contenente una pergamena riportante le opere realizzate e i ringraziamenti.
Terminati i discorsi, il giardino è stato rallegrato da un brindisi a cui è seguito l’emozionante spettacolo Concerto di fontane danzanti che ha richiamato alla memoria i fasti della corte gonzaghesca con dame e cavalieri che frequentavano il Casino, attratti e stupiti dai getti d’acqua della fontana. Nel ’500, Vespasiano fece ornare il giardino con sculture antiche, colonne in rovere, gelosie, gelsomini e viti. Nel corso del ’600, le strutture d’arredo furono distrutte e il giardino si avviò a un lungo periodo di cadenza e oblio, fino alla rinascita odierna.
Il giardino di Sabbioneta, chiamato nei documenti “Giardino de la Fontana” era l’appendice fiorita del Casino, luogo dell’otium e delle delizie di Vespasiano Gonzaga Colonna in cui il nobile sabbionetano accoglieva gli ospiti illustri per intrattenersi con loro, ma, come spiegato dal professor Paolucci sabato in teatro, anche il luogo dove il Duca, uomo di pensiero e di cultura, si ritirava per meditare e progettare e trovare sollievo dai gravosi impegni militari e di governo. Il giardino è visibile attraverso le finestre del lato meridionale dell’omonimo palazzo, una villa suburbana sita a lato della Galleria degli Antichi sull’antica piazza dove sorgeva il castello.
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