Cappella Gonzaga, per i restauri servono ancora 250mila euro
I lavori sono già avviati grazie al contributo delle fondazioni Bam e Cariplo. In ottobre un convegno di due giorni dedicato al ciclo di affreschi trecentesco
Gilberto Scuderi
MANTOVA. I dipinti murali della Cappella Gonzaga nella chiesa di San Francesco, opera di Serafino di Giovanni dei Serafini, sono nel Nord Italia uno dei più importanti cicli della pittura del secondo ‘300. A Mantova, per rilievo, vengono subito dopo quelli di Giulio Romano, Mantegna e Pisanello. Sono in restauro. Il contributo di 20mila euro di Fondazione Bam (2017), ha consentito il via ai lavori, indagini diagnostiche e consolidamento della volta interna, superficie pittorica e intonaci. Il contributo di 150mila euro di Fondazione Cariplo con Fondazione Comunità Mantovana (19 marzo 2019) potrà servire per l’esterno, volta e pinnacoli. Il costo complessivo è stimato in 420mila euro.
Per fare il pieno c’è spazio. San Francesco si rivolge a enti e privati, ai generosi che amano l’arte e la città. Il convegno sulla Cappella Gonzaga, il 18 ottobre al Bibiena e il 19 in Santa Paola, finanziato dal Comune di Mantova e affidato per l’organizzazione a Fondazione Te, si svolgerà a cantiere aperto. Trovati i soldi necessari, per chiuderlo ci vorranno almeno 3 anni.
Invitati: Paola Artoni, Daniele Benati, Paolo Carpeggiani, Laura Cavazzini, Andrea De Marchi, Tiziana Franco, Robert Gibbs, Chiara Guerzi, Massimo Medica, Marco Nicola, Alessandro Simbeni, Daniela Sogliani; parteciperanno Vincenzo Gheroldi e Sara Marazzani di Kos arte e indagine, loro le analisi delle superfici; i tre restauratori attuali Massimo Sidoli, Lorella Freddo e Marica Negri con l’architetto Marco Bonfà di Stud. Biquadro; e Augusto Morari, curatore del convegno e restauratore una ventina d’anni fa della parete di fondo con le Storie di san Ludovico di Tolosa e, nel 1950 o giù di lì, garzone di bottega del primo restauro, effettuato da Arturo Raffaldini dopo il bombardamento dell'aprile 1945 che distrusse quasi interamente la chiesa.
Tolta quest’ultima parete, cui basta una leggera pulitura, le altre 3 – circa 400 mq – vanno restaurate. Dopo il convegno i ponteggi («a carico dei frati minori» sottolinea Cristian, padre guardiano della chiesa) saranno aperti alla cittadinanza. A piccoli gruppi sarà possibile accostarsi alle meraviglie e osservare i lavori. Una parete è formata da strappi: i pannelli, portati a terra, potranno ugualmente essere visti da vicino.
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