Il “Macello” di Ivano Ferrari diventa un’opera teatrale
La drammaturgia firmata da Jonny Costantino: il debutto lo scorso marzo a Bologna al LabOratorio di San Filippo Ed Einaudi ha ristampato il libro
SCUD
Il capolavoro del poeta Ivano Ferrari è diventato drammaturgia: Macello ha debuttato in marzo a Bologna al LabOratorio di San Filippo, e per l’occasione Einaudi ha ristampato il libro nella Collana Bianca, 15 anni dopo la prima edizione. Ferrari, riservato, non ha detto niente a nessuno. A renderci partecipi della rappresentazione e del libro riedito è stato Jonny Costantino quando la settimana scorsa è venuto a Mantova al Cinema del Carbone con Antonio Moresco per presentare il film La lucina di cui è regista insieme a Fabio Bodolato. Jonny Costantino ha firmato la drammaturgia di Macello con il regista Pietro Babina (voce e suono in scena), immagini di Giovanni Brunetto. Un’azione poetica, non un reading.
Ferrari, nato a Mantova nel 1948, da giovane ha lavorato per lungo tempo nel macello comunale in città. Da questa esperienza, dal magma infernale della macellazione, sono emerse le poesie, scritte tra il 1972 e il 1978 – su fogli e «su un quadernetto sporco di sangue» ha confidato Ferrari – tra bovini sventrati e suini appesi ai ganci. «Il risultato – dice Costantino – è una poesia che ribalta radicalmente l’idea cristallizzata di “poetico”, mostrando come la pratica della poesia possa attraversare anche luoghi e immaginari terrificanti come quello del continuo prodursi di morte violenta». Una produzione meccanica di morte che fa riflettere su come «la crudeltà e la sofferenza riservata agli animali sia in tutto identica a quella riservata agli umani discriminati», come se, «brace sotto le ceneri», in noi ci fosse «un’attitudine allo sterminio» dice Costantino con riferimento ai lager nazisti. In autunno Macello sarà replicato a Ravenna. —
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