Da dietro le quinte al palco, l’esordio in tv è realtà: il mantovano Campagnari è Fantastico
L’autore televisivo mantovano con uno spettacolo tutto suo su Zelig Tv. Ogni lunedì alle 21 sul canale 63. «L’occasione al momento giusto»
Alessandro Taraschi
MANTOVA. Da dietro le quinte al palcoscenico. Il salto di fronte alle telecamere quasi per scherzo. Con uno show ideato per puro divertimento con gli amici del quartiere. Anche il suo lavoro d’altronde era iniziato per gioco, sognando nella cameretta di diventare il Pippo Baudo del futuro. Un percorso, il suo, alimentato dalla tenacia e supportato da un grandissimo talento.
Il mantovano Campagnari debutta in tv con uno show tutto suo: Fantastico, credici
Lorenzo Campagnari dal 28 ottobre ogni lunedì sarà in onda su ZeligTv (canale 63). In prima serata. «Il sogno si realizza – sorride – proprio quando l’avevo un po’ accantonato. A 46 anni ho ben chiaro qual è il mio lavoro, quale il mio orizzonte. Però sarà un bel diversivo: lavorare di più, divertendosi di più». E di lavoro alle spalle ce n’è eccome, perché Campagnari - autore televisivo di successo, tra gli altri ha lavorato a programmi come X-Factor, il Grande Fratello, l’Isola dei Famosi - è il deus ex machina a tutto tondo del nuovo spettacolo: ideatore, autore, conduttore.
«Ci penso da mattina a sera, tra mille telefonate». E tra la moltitudine di battute che il nuovo ruolo ha innescato negli studi frequentati abitualmente. Tra i più scatenati c’è Alessandro Cattelan. «“Questo lo vuoi fare tu?” Mi prendono in giro dal palco. “Adesso ci pensa Lorenzo”, sfottono».
Tutto è iniziato da Nolo, diminutivo di Nord di Loreto, vivace quartiere di Milano. «C’è un fermento quasi patologico tra gli abitanti – spiega – E lì abbiamo ideato un festival canoro, San Nolo, cui mi hanno proposto di collaborare, organizzandolo e presentandolo. Ho portato anche alcuni big, Arisa, Malika Ayane, Levante… Poi abbiamo pensato di dare vita a “Fantastico”, una serata immaginata per gli amici un po’ fuori dal comune, che non fosse cabaret o stand-up comedy tradizionale».
Fantastico, un nome che riporta all’infanzia di Lorenzo, al sogno Pippo Baudo. «E per condurlo ho ben pensato di creare un nome d’arte: Lorello, che riunisce due icone della televisione anni ’90, Fiorello e Lorella Cuccarini». Lo show condotto da Lorello va in scena al Ghe Pensi Mi, un localino con una settantina di posti a sedere. Un successo. Sempre tutto esaurito. Il passo successivo è Zelig. I posti disponibili raddoppiano, un paio di centinaia. Il risultato è lo stesso: sempre tutto esaurito. Lorello piace. «Con le mie giacche, sempre rigorosamente di paillettes, da 25 euro, comprate dai cinesi».
Lo spettacolo funziona. È contagioso, direbbero quelli che si occupano spesso di tv. Ma di cosa si tratta esattamente? «È qualcosa di fuori dagli schemi – cerca di inquadrarlo Lorenzo – L’ispirazione è un mix tra un Late night show e uno spettacolo di Renzo Arbore. Sempre fatto dalla stessa compagnia di amici e conoscenti. Abbiamo la band, abbiamo il gruppo di ballo, ragazzi sudamericani che si esibiscono alla fermata della metro…» Sì, dalla metropolitana alla televisione. «Sudamericani veri – se la ride – ogni tanto qualcuno sparisce dal palco, perché deve tornare a casa, si scambiano… sono così, come viene». Abbondano i personaggi particolari. «Come l’imitatore degli animali di Paperissima, li fa in diretta mentre scorrono le immagini. E altre cose un po’ folli…» Campagnari ci mette tutto se stesso.
«Ci finisce il mio percorso completo. C’è un po’ degli esordi in radio a Mantova Antenna Libera. Un po’ del periodo dell’animazione. Il mondo della scrittura tv. Tutto». E a trecentosessanta gradi è l’impegno. «Finalmente posso decidere tutto io. Sono ideatore, autore, conduttore. Se devo fare qualcosa la faccio, senza il bisogno di due ore di riunione per decidere se spostare o no una seggiola. Stupendo».
Un tuffo in un’esperienza nuova. Pronta a partire. Arrivata tardi? «Al momento giusto – è sicuro Lorenzo – Io ho un mio lavoro. So qual è il mio lavoro. Conosco perfettamente questo mondo e cosa voglio da questa esperienza, così come cosa non voglio che diventi. È un gioco, senza controindicazioni». Un gioco “Fantastico”. Con una postilla, aggiunta da Zelig. Lo show in tv infatti si chiamerà “Fantastico credici”. «Seee, credici…» Si schermisce Lorenzo.
Eppure quando ci si crede, e si hanno qualità e talento, può anche finire così: trasformare quel bambino nella cameretta che sognava di diventare Pippo Baudo in un autore di successo con un programma televisivo tutto suo.
Fantastico, Lorenzo.
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