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Tuffo nella Mantova del ’400

Signorini trascrive e cura il Memoriale di Schivenoglia. Quarant’anni di lavoro per i due preziosi volumi

Gilberto Scuderi
2 minuti di lettura

MANTOVA. Quarant’anni di lavoro, per ricerche in archivi e biblioteche e per la stesura. Risultato: due grandi volumi. Il primo di testi e appendici, il secondo di note, oltre 1600 pagine, editoriale Sometti, 75 euro. È la Cronaca di Mantova o Memoriale (l’autore lasciò l’opera senza titolo), il manoscritto di Andrea da Schivenoglia conservato nella Biblioteca Teresiana con numero 1019, che dalla scrittura corsiva umanistica il professor Rodolfo Signorini ha trascritto integralmente e quindi curato con estrema perizia e dovizia andando a scovare una cornucopia di notizie, per cui anche nelle note c’è la vita che correva a Mantova nel ‘400.

Cronaca nella lingua di allora, con tante x, y e h, però si comprende tutto. A quel tempo non c’erano le anagrafi, quindi si potevano avere nomi e cognomi varianti nella forma. Andrea di cognomi ne aveva addirittura due: talvolta era Stanziali, talaltra Vidali. Nato a Mantova nel 1411, morì nel 1484 o 1485. Abitò a Nuvolato, vicino a Schivenoglia, e a Mantova. Viaggiò poco, nel 1459 andò però a Ragusa (oggi Dubrovnik) a trovare il cognato. Come tipo doveva essere malmostoso. Nel 1455 fu «inquisitus de percussione cum pugno», colpì uno facendogli sanguinare naso e bocca. Certo c’era chi gli voleva male perché nel 1475 a Quistello fu preso a bastonate: «su lo brazo sinistro com amachatura, senza sanghue» e sul destro «con sparzimento de sangue».

Scrivendo dei fatti accaduti dal 1445 al 1481 - fino al 1478 governò Ludovico II, poi Federico I - diversamente dagli altri cronisti mantovani Andrea da Schivenoglia non elogia i Gonzaga, forse perché non attenne favori da loro. Nella Cronaca la divina provvidenza è quasi estranea. Dio sovrintende più che altro a alluvioni e allagamenti. Affinché le acque del «Po grossisemo» decrescano, nel 1461 ci si affida «al bon Yesù crucifisso». Il 15 luglio 1449 pareva la fine del mondo «tanto era l’àiero schuro de aqua e de tróny»: il vento e la pioggia buttarono giù i camini delle case di Mantova e dintorni e le mura della città in molti punti. Nel 1478 «in li confine de Bresana e de Mantoana, quaxe perfina a Goite» ci fu un’invasione di cavallette. Nel 1479 un moro arrivò a Mantova con un elefante e un animale «che se chiamava tigro».

Tra gli avvenimenti importanti Andrea registra la dieta di Mantova convocata da papa Pio II nel 1459-1460 per una crociata contro i turchi. Nel 1461 c’è la nomina a cardinale di Francesco Gonzaga, figlio di Ludovico II e Barbara di Brandeburgo. Nel 1463 le nozze del primogenito Federico con Margherita di Baviera. Nel 1474 l’arrivo a Mantova di re Cristiano I di Danimarca, raffigurato da Mantegna nella Camera degli Sposi. Ci sono poi i problemi sanitari: le recrudescenze di peste. E la cronaca nera: nel 1452 «uno todescho o vero boiemo» in «una scholla da puti» uccise «cum la soa cortella» 6 scolari e ne ferì 22, una strage di bambini.

Per la presentazione della Cronaca di Andrea da Schivenoglia il 13 marzo in Biblioteca Teresiana, David Chambers (autore della premessa all’opera curata da Signorini) arriverà da Londra. Nel 1981 Chambers curò insieme a Jane Martineau il catalogo della mostra Splendours of the Gonzaga.

 

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