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Le lettere di Lucrezia a Francesco Gonzaga e Isabella d’Este nel ’500 tempestoso

Il libro è curato da Oler Grandi per i Quaderni di Postumia. Viene rovesciata l’idea di un Rinascimento felice

Gilberto Scuderi
2 minuti di lettura

MANTOVA. Il titolo del libro curato da Oler Grandi - n. 7 dei Quaderni di Postumia - è “In questi tempestosi, pessimi, persecutori tempi”. Siamo nel ‘500, in pieno Rinascimento, ma si vede che per i contemporanei di allora non si trattava di un gran bel periodo. Lo splendido Rinascimento lo abbiamo infatti inventato noi, anzi gli inglesi, nell’800.

Il titolo del libro prosegue con un nome: Lucrezia Crivelli. Famosa, a quei tempi, per essere l’amante di Ludovico il Moro, duca di Milano, e soprattutto per essere stata ritratta da Leonardo da Vinci. Nata a Milano nel 1452 e morta a Canneto sull’Oglio nel 1534, si legò al Moro, sposato con Beatrice d’Este, sorella della marchesa di Mantova Isabella.

Anche Crivelli era sposata, dal 1494, con Giovanni de Monastirolo, cittadino cremonese. La relazione d’amore col Moro inizia l’anno dopo. Nel 1495 Girolamo Stanga, consigliere e diplomatico al servizio del marchese di Mantova Francesco II Gonzaga, scrive a Isabella d’Este che il duca di Milano è «cotto più che mai di quella donzella», ma si comporta «cum grande modestia et tanto cautamente», è innamoratissimo ma timido.

In linea con la frase, sempre valida, “Amorosus semper est timorosus” del “De amore”, trattato medievale di Andrea Cappellano. Nel 1496 un altro informatore scrive, del Moro, che «tuto el suo piacere era cum una sua fante», ovvero la Crivelli, mentre con «la moie, fiola del duca di Ferrara, cum la quale el non dormiva già boni mesi».

Un classico: a letto con l’amante, trascurando la moglie per mesi, alla quale non restava molto da vivere. Beatrice d’Este morì infatti nel 1497. Il titolo del libro curato da Grandi prosegue: “Lettere e documenti, 1500-1513”. Sono le lettere di Lucrezia Crivelli a Francesco Gonzaga e a Isabella d’Este conservate nell’Archivio di Stato di Mantova insieme ad altre carte che la riguardano. E sulla copertina del libro c’è un celebre dipinto di Leonardo, il “Ritratto di dama”, noto come “La Belle Ferronnière o presunto ritratto di Lucrezia Crivelli”, olio su tavola del 1493-1495, 63x45 cm, conservato a Parigi al Louvre.

Lo storico Alessandro Luzio scrisse che dopo la presa di Milano da parte del re di Francia Luigi XII nel 1499 e la fuga del Moro, Lucrezia Crivelli, incinta del secondo figlio del duca, nel 1500 chiese protezione a Isabella d’Este. Ma, giunta a Canneto sull’Oglio, lì si fermò stabilendosi nella rocca per molti anni insieme ai due figli.

La drammaticità delle vicende si evince dalle lettere. La relazione tra Lucrezia e il Moro e le sue conseguenze, inquadrate nel contesto storico, permettono di capire i tempi pessimi e persecutori del titolo. Coronavirus permettendo (al momento risultano sospesi tutti gli eventi fino a domenica), il libro sarà presentato alla Rocca Palatina di Gazoldo degli Ippoliti, sede storica dell’Associazione Postumia, domenica 8 marzo alle 16, nell’ambito degli eventi promossi per la Festa della donna.

Lucrezia Crivelli, a suo modo, è una testimonianza ante litteram della “storia al femminile”. Con Oler Grandi dialogheranno Roberto Navarrini, direttore scientifico delle edizioni di Postumia e professore ordinario emerito di Archivistica all’Università degli Studi di Udine, e Nanni Rossi, coordinatore dell’Associazione Postumia. —

 

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