Palazzo Ducale è un’officina: via ai cantieri per i restauri
Dal polittico di Cima da Conegliano agli intonaci della sala dei Fiumi. Prima dello stop erano stati presentati i lavori sulle lavagne del Fetti e sugli arazzi
MANTOVA. Palazzo Ducale è un’officina in fermento, dove a interventi settoriali si sovrappongono cantieri più estesi sia sulle opere d’arte che sulla struttura del palazzo. Prima dell’attuale lockdown, nel settembre scorso è stato presentato il restauro delle sei lavagne di Domenico Fetti, e in ottobre quello degli arazzi raffaelleschi (restauro tuttora in corso) in occasione dell’apertura della mostra “Raffaello trama e ordito”.
La reggia, considerando la sua estensione e complessità, vive di conservazione programmata e di manutenzioni costanti. Tutte le collezioni, dalle più celebri alle meno note, hanno bisogno di assidue cure. La reggia è come un corpo umano, un tutt’uno in cui gli arti, gli organi interni e la mente devono funzionare bene per garantirle un’ottima salute.
[[(gele.Finegil.Image2014v1) 01CAAPE6X10022CAAPE6X10024_H_WEB]]
Affinché i musei siano custodi della storia e dell’identità di un territorio e abbiano una funzione civile e di formazione, le loro attività devono essere aperte e condivise. In attesa dell’apertura dei grandi cantieri che partiranno nelle prossime settimane, facciamo il punto sugli interventi in corso. Importante è il restauro del polittico di Cima da Conegliano, costituito da dieci tavole dipinte disposte su tre ordini all’interno di una cornice rinascimentale in legno intagliato e dorato su specchiature blu. Commissionato nel 1514, proviene dalla chiesa francescana di Sant’Anna di Capodistria.
I frati francescani lo trasferirono prima nel Veneto e poi a Mantova, dove giunse nel convento di San Francesco nel 1966, per entrare in Palazzo Ducale nel 1972. Finanziato da Banca Intesa Sanpaolo, il restauro è affidato alla ditta Archè. Entro la fine dell’anno - con finanziamento della Società per il palazzo Ducale - Arché completerà anche gli interventi sui dipinti di due artisti del Settecento: Francesco Maria Raineri e Siro Baroni (vedi articolo nella pagina).
Il consolidamento degli intonaci della sala o galleria dei Fiumi è eseguito da Daniela Marzia Mazzaglia: l’ambiente, è stato decorato negli anni Settanta del Settecento da Gaetano Crevola, autore dell’intelaiatura a berceaux, e da Giorgio Anselmi cui spettano tutte le parti figurative. Il restauro della manifattura francese nell’appartamento dell’Imperatrice (affidato alla ditta Texstile, Ilaria Mensi, di Verona, con finanziamento di Coop Alleanza 3.0 e FondacoItalia) riguarda le stoffe del letto a baldacchino, realizzato nel 1810-1811 con tappezzerie giunte dalla Francia e con la parte di falegnameria e intaglio ligneo eseguita a Milano. La ditta ligure Formento, specializzata negli spettacolari lavori “in fune”, interviene per la manutenzione sul sistema di coperture di Palazzo Ducale: tetti, camini e così via, in alto, fuori dalla portata dei visitatori ma necessari.
Ugualmente necessari sono gli interventi di manutenzione sulle pavimentazioni in acciottolato all’esterno e nelle piazze storiche all’interno del perimetro del Ducale: centinaia di metri quadrati, lavoro in dirittura d’arrivo, appannaggio della ditta Appia Antica, di Bergamo. Infine, già ultimati, sono il restauro e la riqualificazione degli ambienti al piano terra della palazzina della Rustica, comprese le volte che affacciano sul cortile della Cavallerizza. Le opere sono state eseguite da CP Impresa edile di Paolo Caldana di Povegliano, con finanziamenti pubblici legge 190/2014, Fondo per la tutela del patrimonio culturale.
I commenti dei lettori