I Santini 26 volte a tre stelle: per la Michelin è un record
Dal Pescatore anche in questo periodo di fermo lavora per migliorare l’offerta. Una stella all’Ambasciata, ma la recensione fa ancora riferimento ai Tamani
Luca GhirardiniMANTOVA. Non si interrompe la striscia da record del ristorante Dal Pescatore, che ieri - con una presentazione per la prima volta online - ha visto confermate le tre stelle della Guida Michelin Italia, quelle che stanno a significare che vale la pena di mettersi in viaggio anche solo per mangiare in un ristorante. È la ventiseiesima volta consecutiva che questo accade (nessuno mai ci è riuscito), un segnale preciso del fatto che la famiglia Santini ha saputo conquistare il primato con la qualità di una proposta legata saldamente al territorio e ha saputo mantenerlo migliorandosi continuamente, con una cucina che da anni vede affiancati Nadia e il figlio Giovanni, mentre in sala regnano Antonio e, anche come sommelier, il figlio Alberto. Anche in questa stagione sfortunata, la famiglia sta lavorando per aggiungere ancora qualcosa: la produzione autonoma di molti dei prodotti che verranno poi usati in cucina.
Una scelta in linea con il nuovo corso della Michelin, che ieri per la prima volta ha assegnato anche le “stelle verdi” ai ristoranti che in qualche modo contribuiscono alla salvezza del pianeta, utilizzando prodotti a chilometro zero, oppure curando il risparmio energetico, lo smaltimento dei rifiuti... Tra i premiati il modenese-mantovano Massimo Bottura, (Osteria Francescana di Modena) per il suo progetto di riutilizzo dei prodotti dei market altrimenti destinati alla distruzione, nell’ambito del progetto Food for soul e Franco Maliverno del Caffè La Crepa di Isola Dovarese, per la valorizzazione dei prodotti locali.
Stella verde anche per Davide Oldani, del D’O di San Pietro all’Olmo: il cuoco milanese è anche uno dei tre che quest’anno hanno ottenuto la seconda stella, assieme a Matteo Metullio dell’Harry’s Piccolo di Trieste e a Rocco De Santis del Santa Elisabetta di Firenze. Nessun nuovo tristellato, ma conferma per gli 11 campioni del 2019: oltre ai Santini e a Bottura, ci sono Piazza Duomo ad Alba (Cuneo), Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo), St. Hubertus, a San Cassiano (Bolzano), Le Calandre a Rubano (Padova), Enoteca Pinchiorri a Firenze, La Pergola a Roma, Reale a Castel di Sangro (L’Aquila), Mauro Uliassi a Senigallia (Ancona) e Enrico Bartolini al Mudec a Milano.
Tornando nel Mantovano, viene confermata la stella dell’Ambasciata di Quistello, che però con il mese di ottobre ha visto l’addio alla cucina in riva al Secchia da parte di Romano Tamani. È risaputo che le stelle Michelin sono legate principalmente al cuoco (e dalla recensione lo si capisce), quindi l’attuale chef, Matteo Ugolotti, avrà un anno di tempo per dimostrare di meritare la conferma. Romano Tamani, nel frattempo, dovrebbe aprire ai primi di dicembre L’Ambasciata a Villa Bartolomea, nell’omonimo paese del Veronese.
Nel complesso, i numeri della Michelin 2021: 371 ristoranti stellati (323 con una, 37 con 2 e 11 con 3), 13 stelle verdi, 252 Bib Gourmand e 1.400 “piatti”. —
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