Gli inediti di Lanfranco a San Benedetto Po: in primavera la mostra sulla collezione privata
La vedova: «Non voglio che il Maestro venga dimenticato». Ci sarà anche il primo quadro dipinto dall’artista a 13 anni
GILBERTO SCUDERISAN BENEDETTO PO. Caterina Chkhetiani, la vedova ed erede di Lanfranco Frigeri (morto un anno fa), è gentilissima. «Chiunque può venire a vedere le opere del Maestro che custodisco nella sua casa museo, dove abito, a Quingentole al numero 2 di via Albertini. Le opere sono a disposizione», dice con estrema chiarezza, mostrandole. Opere straordinarie, alcune mai viste da nessuno, o solo da pochi fortunati: 50 o 60 tra quadri e disegni, più diverse sculture. Un vero tesoro d’arte, da tenere vivo, facendo in modo che sia usufruibile pubblicamente, da chiunque voglia goderne la bellezza. Senonché viviamo tempi difficili. Ogni progetto è toccato dal virus, che blocca, annulla o posticipa le nostre aspettative. In febbraio, o comunque nel 2021, probabilmente con la bella stagione, è prevista una mostra retrospettiva di Lanfranco a Quingentole, suo paese natale, nel palazzo municipale. Il Comune finora non ha fatto passi verso la signora Chkhetiani: «Non sono informata sulla mostra - dice - ma sono sempre pronta se qualcosa si muove col nome di Lanfranco, non voglio che il Maestro venga dimenticato».
Un altro progetto, per esporre opere di Lanfranco, è quello di San Benedetto Po, a maggio o giugno, sempre se sarà possibile. Chkhetiani, di concerto con il Comune e indicando come referente il professor Sergio Gelati, ha intenzione di mettere in mostra 20 o 30 quadri, disegni e una decina di sculture della sua collezione privata nel Refettorio grande del complesso dell’abbazia di Polirone. «Ci sarà anche il primo quadro fatto da Lanfranco, quando aveva 13 anni, e poi disegni di tecniche miste degli anni ’30 e ’40», dice. Il sindaco Roberto Lasagna conferma il progetto: «L’assessore alla cultura Vanessa Morandi si sta interessando, l’intenzione è di riprendere a valorizzare quelli che sono gli artisti del nostro territorio, di Lanfranco abbiamo già qualche dipinto al Museo civico polironiano, Lanfranco era innamorato di San Benedetto». L’assessore Morandi, ammiratrice del Maestro (andava a vederlo mentre dipingeva) è ottimista nonostante «la grande incertezza» dovuta all’andamento della pandemia. «Non sappiamo cosa ci attende nei prossimi mesi, ma auspichiamo la ripresa delle attività culturali e delle mostre, che la buona stagione ci riporti a una pseudo normalità», dice.
In termini concreti la traduzione sarebbe che nella tarda primavera o inizio estate la mostra di Lanfranco si aprirà al Refettorio, a cura del Liceo artistico Giulio Romano di Mantova con il coordinamento del professor Sergio Gelati che insieme ai suoi studenti sta da tempo collaborando col Comune di San Benedetto. Le mostre di Quingentole e San Benedetto Po, che potrebbero concretizzarsi nello stesso periodo, concorrono a tenere viva l’arte di Lanfranco, la cui fama va ben oltre i nostri confini. —
GILBERTO SCUDERI
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