“Alba di noi”, storia di un collettivo artistico
Confronto e passione: Giuseppe Rovesti, Loredana Pasini, Stefania Padovani e Alessandra Parmiggiani condividono lo stesso atelier in città
Paola CorteseMANTOVA. È forse l'unica realtà mantovana di gruppo. Sono gli Alba di noi, un collettivo di pittori composto da Giuseppe Rovesti, Loredana Pasini, Stefania Padovani e Alessandra Parmiggiani. Età diverse, stili e forme espressive differenti, il fil rouge che li unisce, da ben 35 anni è la passione per l'arte.
«Eravamo già amici e poi, negli anni Ottanta, abbiamo condiviso l'esperienza dei corsi di pittura da Lorella Salvagni – dice il “veterano” del gruppo, Rovesti, 84 anni e una vitalità da ventenne -. A un certo punto abbiamo capito che non avremmo potuto andare a “scuola” in eterno, la nostra maestra ci ha incoraggiato e così abbiamo deciso di trovare uno spazio da condividere dove proseguire il nostro percorso artistico da soli ma ancora con dei momenti di confronto». In tanti anni il sodalizio ha visto qualche abbandono, alcuni traslochi, da piazza Castello a via Teatro Vecchio fino all'attuale atelier di via Cairoli. «E' un'esperienza molto bella perché ci vogliamo bene – aggiunge Loredana Pasini l'altra componente presente da sempre nel sodalizio –. Ognuno di noi ha il proprio spazio e lavora quando vuole. A volte, anche quando siamo in compresenza, stiamo ore senza parlarci poi, se uno rompe il ghiaccio e chiede consiglio allora si apre la discussione. Ci siamo comunque dati la regola di vederci due pomeriggi alla settimana».
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Rovesti lavora sui manifesti strappati, Pasini con spatolate di colore e segni decisi, Stefania Padovani, la più giovane del quartetto, ha un passato da grafica che emerge anche nelle opere pittoriche. «Ognuno di noi ha sempre avuto tanti impegni, di lavoro e famigliari, sapere di poter contare sul fatto di trovarsi a condividere la nostra passione è sempre stato invogliante e di conforto – dice -. Siamo cresciuti insieme, dal punto di vista artistico, tra noi c'è molta sintonia ma facciamo cose diversissime. Il confronto è importante e, a parte in questo momento, ci siamo sempre molto divertiti anche fuori dallo studio in momenti di relax nei quali al centro dei discorsi c'è sempre l'arte».
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Una voglia incessante di sperimentare, anche con qualche incursione nel campo della moda, caratterizza Alessandra Parmiggiani. «Ad un certo punto mi sono staccata dal gruppo perché sentivo ancora di il desiderio di imparare da un maestro e sono andata alla scuola di Ulderica Pantani – racconta -. Poi sono tornata, sono passati vent'anni ormai, e credo che sia un'esperienza bellissima la nostra, ricca di continui stimoli e suggestioni». E' un elenco lunghissimo quello delle loro mostre, in spazi pubblici della città come Palazzo Ducale, la Casa di Rigoletto, la partecipazione a tutte le edizioni di Mantova Creativa, e poi in provincia, dalla Piccola Parigi di Quistello a Ponti sul Mincio, in altre città italiane e all'estero, in Francia e Svezia, ad esempio. La libertà che sottende al loro stare insieme prevede che alle mostre collettive si siano da sempre affiancate le personali, segno dell'individualità che sa fare squadra.
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