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All’asta tre disegni di Giulio Romano da Sotheby’s

La stima va dagli 8-12mila dollari a 120-160mila dollari. C’è lo studio per uno stucco della camera delle Aquile

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MANTOVA. Il 27 gennaio da Sotheby’s, a New York, tra le 102 opere di antichi maestri battute in asta ci saranno tre disegni di Giulio Romano.

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Il lotto 4, la stima va da 8.000 a 12.000 dollari, raffigura in 18 x 9,8 cm la Giustizia, virtù cardinale con la spada salda nella destra e la bilancia tenuta elegantemente sospesa con l’indice e il pollice della mano sinistra.

È un’allegoria di gran maniera che potrebbe essere la tavola di una grafic novel d’artista odierno: penna e inchiostro bruno, ricoperto da un lieve strato di colore del medesimo inchiostro, con incorniciatura a linee di gessetto rosso. La scheda online fornisce i passaggi di proprietà, ma ciò che più importa è che siamo di fronte allo studio preparatorio per la figura della Giustizia, una delle decorazioni del soffitto a volta della camera di Attilio Regolo a palazzo Te. Per quanto ne sappiamo non esistono documenti per stabilire la data precisa di questa camera, che dovrebbe essere degli anni 1530-1534 come le adiacenti e comunicanti stanze dell’Appartamento del Giardino segreto.

«Non sono persuaso al cento per cento dell’autografia del foglio», dice Stefano L’Occaso, storico dell’arte e direttore di palazzo Ducale.

«Per quanto brioso e fresco, è un foglio piuttosto insolito - prosegue - nel panorama della produzione grafica di Giulio Romano, un inedito, sin qui mai visto, se non erro». Gli altri due disegni di Giulio in asta a New York sono invece noti: «Vengono entrambi dalla mitica collezione Ellesmere - dice ancora L’Occaso - che raccoglieva un numero incredibile di fogli dell’artista dei Gonzaga e che è andata dispersa in un’asta tenutasi a Londra, il 5 dicembre 1972. Si tratta di una splendida “Allegoria dell’Abbondanza”, la cui destinazione ci è ignota, e “Due putti su un elefante”, foglio preparatorio per uno stucco a palazzo Te».

Il lotto 9, “An Allegory of Abundance in a drawn circle” (la stima è da 120.000 a 160.000 dollari), è a penna e inchiostro bruno con un leggera superficie marrone rossastra, databile intorno al 1528, cm 21,8 x 22,6. Tra i proprietari spicca Joshua Reynolds, uno dei più importanti pittori inglesi del Settecento. Il disegno finì poi nella collezione Ellesmere, con le successive vicissitudini descritte da L’Occaso.

Resta il mistero della destinazione di questa allegoria che sembra inserita in una specie di lunetta, solo che anziché in un semicerchio è dentro una sorta di rettangolo tagliato nei due angoli superiori. Quasi una scena familiare, con quattro donne e due bambini, e un’enorme cornucopia, colma di frutti, che tutto sommato non guasterebbe come arredamento in qualcuno dei “Modi” di Giulio, 1527 nella versione accompagnata dai sonetti di Pietro Aretino. Ma forse esageriamo.

Infine il lotto 13: due putti in groppa a un elefante, studio per uno stucco medaglione nella lunetta ovest sulla volta della camera delle Aquile a palazzo Te, penna e inchiostro bruno su tracce di gesso nero, 15,9 x 16,9 cm, stima dai 10.000 ai 15.000 dollari. Il disegno appartenne, forse, a Carlo I Stuart re d’Inghilterra (che nel 1528 comprò dal duca Vincenzo II Gonzaga un sacco di opere d’arte) e a tanti altri, fino a entrare nella collezione Ellesmere.



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