L’Accademia dei Nebbiofili sceglie vincitori e premiati del concorso fotografico
Scatti con smartphone e fotocamera: l’iniziativa è piaciuta. Riconoscimenti anche per diversi mantovani in gara
Paola Cortese
MODENA (CARPI). Successo per il concorso fotografico Il lato buono della Nebbia, bandito l'autunno scorso dall'Accademia dei Nebbiofili di Carpi, che ha visto affermarsi molti concorrenti mantovani.
«Nonostante i premi siano soltanto virtuali, pubblicazione delle foto vincitrici sui social con intervista all’autore, sono stati una sessantina i fotografi, con fotocamera e con smartphone, che da tutte le terre nebbiose hanno inviato immagini quasi sempre fortemente suggestive – dice l'organizzatore Carlo Mantovani - sentite celebrazioni di un fenomeno, come la nebbia, che dalle nostre parti non è soltanto atmosferico, ma anche e soprattutto culturale. Sono arrivate foto da molte province italiane e anche dall’estero, a conferma che la nebbia, pur non riempiendosi degli stessi significati identitari, è comunque un fenomeno globale».
Nella categoria Smartphone il primo premio è andato a Franco Merlo, di Cuneo, mentre mantovana, di Bozzolo, è stata la seconda classificata, Mariateresa Saviola, autrice di uno scenografico scatto in bianco e nero intitolato Corridoi di luce nella nebbia. Sul podio anche la nebbia fluviale di Fossetta, con lo scatto inviato da Cesare Sivelli di Bagnolo San Vito. Tra le foto meritevoli sono state segnalate anche quella di Loris Bassi e Davide Squassabia, entrambi di Mantova.
La categoria Fotocamera, invece, ha visto primeggiare una delle immagini di Emanuele Caleffi di Luzzara, seguita dalla foto Una cattedrale nel pioppeto di Arrigo Giovannini di Gonzaga, dove la nebbia, insieme ad un magistrale filtro a luce fredda, compie il miracolo di trasformare la campagna in un luogo quasi mistico. Sul gradino più basso del podio si è posto infine Marco Madaschini di Castellucchio con uno scatto dedicato al santuario delle Grazie. Anche in questa categoria è stata segnalata come foto meritevole quella del mantovano Luca Ghidorzi.
«Ci ha fatto particolarmente piacere constatare che anche tra i cosiddetti “fotografi 2.0”, quelli che utilizzano gli smartphone, sono tanti gli scatti degni di nota, i migliori dei quali avrebbero dato filo da torcere anche ai colleghi armati di fotocamera» aggiungono gli organizzatori. È stata infine inserita una sezione non prevista dal bando con foto che hanno puntato l’obiettivo sui “Sapori della nebbia”.
«Non solo quelli che distinguono la pianura padana dal resto del mondo – conclude Mantovani – perché ovunque esistono prodotti e piatti tradizionali associabili, in modo diretto o indiretto, alla nebbia. Dal culatello parmense, al cosiddetto bevr’in vin mantovano. Le foto sono state inviate dalla Confraternita dal Turtel sguasarot di Mantova e da Ileana Baruffaldi».
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