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L’omaggio a Piazzolla farà tappa al Bibiena: Repellini racconta il progetto “Memorie”

Il violoncellista mantovano sul palco con Laura Morante e col pianista Giavazzi. Il tour al via l’11 marzo se i teatri riapriranno al pubblico

Matteo Sbarbada
2 minuti di lettura

Mantova. «Debbo dire la verità più assoluta. Potrei raccontare una storia di angeli ma non sarebbe la vera storia. La mia è di diavoli, mescolata con angeli e con un po’ di meschinità: bisogna avere un po' di tutto per andare avanti nella vita». Parole di Astor Piazzolla tratte dal libro A manera de memorias di Natalio Gorin, volume-intervista nel quale il grande compositore argentino racconta la sua vita. L'11 marzo 2021 saranno cento anni esatti dalla nascita del musicista. E proprio quel giorno, con la speranza che i teatri siano di nuovo aperti al pubblico, scatterà il tour di Memorie, spettacolo che vedrà protagonisti l'attrice Laura Morante (voce narrante), Marco Fabbri (bandoneon) e due musicisti mantovani: il violoncellista Massimo Repellini e il pianista Stefano Giavazzi.

Il debutto è previsto all'auditorium Arvedi del Museo del violino di Cremona. Il giorno seguente è in programma la data mantovana al teatro Bibiena. Previste molte date nel resto della primavera in ogni angolo del Paese.



«Lo spettacolo è molto richiesto - spiega Repellini - e ci vedrà impegnati nell'esecuzione delle musiche del compositore argentino. A breve partiremo con le prove. Non ne serviranno molte: con Fabbri e Giavazzi suoniamo insieme da anni, l'intesa è molto stretta». La drammaturgia dell'evento è di Marco Fabbri, che si è ispirato proprio al libro di Gorin. Lo spettacolo è distribuito da Reggio Iniziative Culturali. Nel libro il Piazzolla uomo svela il Piazzolla artista. Le sue parole, i suoi aneddoti, la sua vita, ripercorrono gran parte della storia musicale argentina ed internazionale del ’900. L'artista si dà con sincerità, raccontando in prima persona, come se stesse suonando il suo bandoneon. Il personaggio che incarna Piazzolla e dà voce alle sue parole è un angelo. Quell'angelo a cui Astor ha dedicato una intera suite. La vita di questo genio viene inserita in una partitura musicale, come se fosse un canto melodico. A volte in assolo o all'unisono con altri strumenti dell'ensemble, a volte contrappuntato o inseguito dalle sue stesse melodie o dalle note di altri compositori con cui Piazzolla ha collaborato.

Memorieè come una macchina del tempo che permette al pubblico, in particolare quello che già apprezza le opere di Piazzolla ma non solo, di conoscere anche il lato umano dell'uomo, le sue paure, le gioie, le ambizioni, i sogni, da quando era “pibe” a pochi giorni prima della grave malattia. Un progetto ambizioso che arriva in mesi di grandi cambiamenti per Repellini. Il primo è un ritorno a “casa”.



«Mi è stata da poco assegnata la cattedra di violoncello al Campiani - racconta -. Una sorta di ritorno a quarant'anni di distanza. Ho frequentato il conservatorio cittadino dal 1974 al 1980, studiando violoncello sotto la guida del Maestro Francesco Strano. Per me un grande riferimento. Poi ho proseguito gli studi a Milano con un altro grande maestro, Rocco Filippini».

Repellini ha al suo attivo numerose partecipazioni come primo violoncello con Orchestra da Camera di Mantova, Orchestra del Bergamo Musica Festival, Orchestra del Teatro Regio di Parma, Orchestra Filarmonica Marchigiana, Orchestra del Festival Internazionale di Brescia e Bergamo. In carriera ha collaborato con importanti orchestre sinfoniche come l’Orchestra Filarmonica Della Scala e l’Orchestra della Svizzera Italiana sotto la guida di direttori come Muti, Sinopoli, Rostropovic. E poi l'attività di musica da camera, con formazioni cameristiche quali Trio Scaligero e Quartetto d’Archi della Scala, il sodalizio con il baritono Leo Nucci e l’Ensemble “Salotto ‘800”, da lui fondato, e la creazione nel 2017, con il compianto amico Ezio Bosso, della Stradivari Festival Chamber Orchestra. Intensa l'attività didattica, che l'ha portato ad insegnare in conservatori e scuole di tutta Italia, da Cremona a Trapani, da Cuneo a Bolzano.

«Sono contento di essere a casa. Non vedo l'ora si torni alla normalità in modo da vedere i colleghi e tornare alla didattica in presenza».

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