Mantova dice addio a Renato Berzaghi: la storia dell’arte era la sua grande passione
Proprio nei giorni scorsi aveva consegnato il suo contributo dedicato alla chiesa di Sant’Egidio, che sarà pubblicato - firmato insieme a Stefano L’Occaso - sul prossimo numero dei Quaderni di San Lorenzo
G.S.
MANTOVA. Renato Berzaghi è morto oggi pomeriggio, 19 febbraio, dopo una lunga malattia. Molti lo ricordano come farmacista alla Cooperativa di via Verdi, prima della pensione. La sua passione era da sempre la storia dell’arte, coltivata con estremo rigore. Proprio nei giorni scorsi aveva consegnato il suo contributo dedicato alla chiesa di Sant’Egidio, che sarà pubblicato - firmato insieme a Stefano L’Occaso - sul prossimo numero dei Quaderni di San Lorenzo.
Nel 2022, sugli stessi Quaderni - che gli verranno dedicati - ci sarà la sua ultima ricerca, sul Duomo di Mantova. Con competenza e scrupolo Berzaghi si è interessato di ogni particolare dell’arte della nostra città e provincia, degli edifici e degli artisti. Ricordiamo “Gli amori di Giove in palazzo Aldegatti” su uno sconosciuto ciclo mantovano di Giulio Campi, Mantova e l'immagine di san Francesco tra Cinque e Seicento, poi uno studio sulle immagini e i motivi decorativi nel palazzo Ducale di Mantova, sulla storia, l’iconografia e le collezioni della Galleria degli Specchi. Ancora in Ducale sui dipinti e sugli arazzi tra il 1430 e il 1630 e sui cicli pittorici secenteschi.
Tra gli altri suoi campi di indagine: le decorazioni interne del palazzo Panzera, gli arredi di palazzo San Sebastiano, i dipinti del Museo diocesano “Francesco Gonzaga” dal 1630 al 1866, la corte Vecchia del duca Guglielmo. Renato Berzaghi era nato a Mantova il 17 agosto 1943. Lascia la moglie Carla e i figli Chiara e Alessio. I funerali si svolgeranno lunedì alle 9.45 partendo dall’ospedale, poi alle 10 nella chiesa di San Filippo Neri, a Borgo Chiesanuova. Unanime è il cordoglio del mondo della cultura.
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