Nuovi tesori archeologici al Mast di Castel Goffredo
Arrivati importanti reperti recuperati durante gli scavi nel territorio castellano La direttrice D’Attoma: «L’obiettivo è inaugurare una nuova sezione del museo»
Luca Cremonesi
CASTEL GOFFREDO. Il Mast di Castel Goffredo è ancora chiuso ma dentro si lavora per ultimare la nuova sezione archeologica. In questi giorni sono arrivati alcuni importanti reperti che sono stati recuperati dagli scavi effettuati sul territorio castellano. La Gazzetta di Mantova ha potuto assistere all'apertura dei pacchi che contengono i preziosi ritrovamenti che verranno esposti in queste sale.
Nuovi tesori archeologici al Mast di Castel Goffredo
«I lavori fervono - spiega la direttrice Barbara D'Attoma - in prospettiva dell'inaugurazione della sezione archeologica del Mast che, per essere presentata al pubblico, avrà bisogno di una serie di opere preliminari e questi lavori interessano i reperti che verranno esposti. Si tratta di ritrovamenti che provengono dal territorio castellano. Il lavoro di selezione è stato possibile grazie al conservatore e archeologo Alberto Crosato e, contestualmente, tutto è stato eseguito con la supervisione della Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Lodi e Mantova, e un grazie particolare va appunto al dottor Leonardo Lamanna. Non vediamo l'ora -aggiunge - di poter condividere questo nuovo capitolo del Museo, quando sarà possibile, con il pubblico perché fruizione e valorizzazione vanno di pari passo».
Fra i reperti arrivati al Mast c'è un pezzo molto importante, «una statuetta in bronzo di Esculapio- spiegano la direttrice D'Attoma e l'archeologo Crosato - rinvenuta dal membro del gruppo archeologico Mauro Favaro in una località del territorio castellano. Si tratta di una statuetta in bronzo, pressoché integra, di Esculapio, divinità che presiedeva soprattutto alla medicina (dio guaritore) ed era oggetto di particolare devozione; la datazione per ora ipotizzabile è alla prima età imperiale (I-II sec. d.C.). La statuetta ha gli occhi realizzati con inserti in argento, e misura circa 14 cm. E' stata rinvenuta nel sito dove pare sorgesse una delle tante ville rustiche che costellavano il territorio: dovrebbe pertanto trattarsi – ma solo futuri scavi potranno confermarlo – di un oggetto riferibile ai culti privati che venivano svolti all’interno della cerchia familiare (assieme alla statua è stato oltretutto rinvenuto il resto di un “trono” in bronzo sul quale doveva essere accomodata un’altra divinità)» . Ma non solo.
«L’altro reperto che ci piace qui ricordare - concludono - è un piccolo elemento in bronzo, un coperchietto forato con cerniera delle dimensioni di 2 cm, che a prima vista parrebbe insignificante, ma che invece racchiude in sé una storia interessantissima». Si tratta infatti «di parte di una “scatola per sigilli”, un dispositivo che proteggeva il sigillo posto a garanzia della sicurezza e dell’inviolabilità di pacchi o sacchi che potevano contenere monete o materiali preziosi, sostanze pericolose, ma soprattutto documenti, in modo particolare di carattere legale o comunque ufficiale sia pubblici (anche dispacci militari, ad esempio), sia privati».
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