«Cerca la lepre in Sant’Andrea»: il detto dialettale dice la verità
Ai piedi della spalla destra del portale principale, nel lato esterno dello zoccolo est c’è un piccolo marmo di 15 per 12 centimetri
Gilberto Scuderi
MANTOVA. Tutto nasce dalla domanda di un lettore della Gazzetta, Claudio “Kìbio” Bonfante. Chiede ragguagli circa un vecchio detto scherzoso dei cacciatori mantovani: «S’a t’è mia ciapà la léur, vala a tör in Sant’Andrea», se non hai preso la lepre, vai a prenderla in Sant’Andrea. Nella basilica, dov’è la lepre? Ai piedi della spalla destra del portale principale, nel lato esterno dello zoccolo est c’è un piccolo marmo, 15 per 12 centimetri: più che una lepre sembra però raffigurare un coniglio che sta mangiando qualcosa. Ma, deformazione professionale, per i cacciatori è una lepre. È ciò che cercavamo.
Abbiamo chiesto lumi agli esperti di Sant’Andrea: il rettore della basilica don Renato Pavesi, monsignor Roberto Brunelli e Livio Volpi Ghirardini, e letto il saggio di Giannino Giovannoni nella rivista “Civiltà mantovana” numero 6 del 1985 che parla della miriade di animali (simboli) dei rilievi del portale maggiore, l’ingresso da piazza Mantegna. Ne facciamo tesoro per sviluppare un brevissimo discorso o spiegazione.
Dicendo che nel lato ovest, a fare pendant col coniglio-lepre c’è un uccello che sembra un rapace, ma secondo Giovannoni è un merlo. Lasciamolo lì e concentriamoci sul leporide (alla famiglia dei leporidi appartengono sia conigli che lepri). Dal punto di vista simbolico (in tutte le culture, dall’America dei nativi all’Africa e all’Eurasia) lepre e coniglio sono la stessa cosa, animali lunari (notturni) e prolifici.
Nella tradizione cristiana la lepre rappresenta la rapidità della corsa verso Cristo e la vita eterna, e il coniglio è uno dei simboli della Pasqua di Resurrezione.
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