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Luca Fancelli: il nome resta un mistero Venerdì video conferenza

GILBERTO SCUDERI
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Fancelli non è mai esistito. L’uomo sì, Luca. Il cognome no, è un’invenzione. Come si chiamava in realtà? Questo e altro spiegherà venerdì alle 17 Anna Maria Lorenzoni, segretario generale dell’Accademia Virgiliana, nella videoconferenza “Fonti documentali e equivoci interpretativi: Luca Fancelli o Luca de Papero?” in streaming a partire dalle 16.50 sulla piattaforma Gotomeeting,https:/global.gotomeeting.com/join/491430493. Lorenzoni, già conosciuta per aver pubblicato il carteggio dell’artista fiorentino con i marchesi di Mantova, addentrandosi nei meandri degli alberi genealogici e nella complessità delle fonti archivistiche, analizza legami familiari, compara firme e riferimenti onomastici e propone una nuova ipotesi: attingendo a un ricco apparato documentario proporrà il tema della vera identità di Luca. «La confusione onomastica - dice - risale addirittura alle “Vite” del Vasari, e venne rafforzata nell’Ottocento dal canonico Willelmo Braghirolli, che tracciò una biografia di Luca nel suo saggio “Luca Fancelli scultore, architetto e idraulico del secolo XV”, mettendone per primo in luce il valore. Braghirolli, pur consapevole delle ambiguità delle notizie fornite dal Vasari, attribuì senza incertezze il cognome Fancelli al nostro Luca non considerando che nei documenti noti il cognome Fancelli non appare mai attribuito all’artista il quale, nei carteggi mantovani, si sottoscrive di norma Luca de Florentia, Lucha lapicida, Luca esqultor, Luca taiaprieta fiorentino, Lucha de Setignan, Lucha de Iachomo fiorentino e un’unica volta Lucha de Paperi fiorentino». Tra i molti studiosi che nel tempo si sono occupati della figura dell’architetto toscano, alcuni hanno sottolineato questa particolarità senza tuttavia proporre soluzioni: tra i più noti, a partire dal 1961, Ercolano Marani e Chiara Perina, seguiti da Paolo Carpeggiani, Gianna Suitner e Dino Nicolini, e ultimamente Corinna Vasic Vatovec. «Luca fu al servizio dei Gonzaga dal 1450 al 1494 ed è considerato a ragione l’iniziatore dell’architettura rinascimentale a Mantova, dove introdusse, adattandoli a quelli padani, i moduli lessicali fiorentini, ritenuti allora i più aggiornati» dice Lorenzoni. —

GILBERTO SCUDERI

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